Nessun patteggiamento per Wolfgang Rieke, il camionista tedesco di 63 anni che il 30 novembre 2022 travolse e uccise il campione di ciclismo Davide Rebellin. Il tribunale di Vicenza ha respinto l’accordo che prevedeva una pena di 3 anni e 11 mesi. Si tratta del secondo rigetto in materia, dopo quello avvenuto in udienza preliminare. Che cosa significa? Ora per Rieke, che nel frattempo è stato posto agli arresti domiciliari, si apre il processo in sede dibattimentale.

Il camionista tedesco è accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso. Travolse Rebellin che si stava allenando lungo la Regionale 11 a Montebello Vicentino. Secondo il pm Hans Roderich Blattner, come si legge nelle carte dell’inchiesta, Rieke non ha visto il ciclista perché non ha inserito la freccia: il sistema di sicurezza avrebbe infatti attivato la telecamera del tir che riprende la fiancata.

Un’altra telecamera, di un ristorante vicino al luogo dell’incidente, ha invece ripreso tutto: “Immediatamente dopo l’urto con il ciclista, il mezzo effettua un evidente sobbalzo“. Rieke si ferma e scende: si avvicina, si legge nelle carte dell’inchiesta, “ai resti della bicicletta per poi avvicinarsi anche alla salma“. E per diversi minuti, secondo chi indaga, cerca di cancellare le prove. Scrive il magistrato: “Il conducente dopo essersi passato la mano sulla bocca, l’aveva strofinata per due volte contro il paraurti, nell’obiettivo di eliminare le tracce derivanti dalla collisione con il ciclista”. Poi riparte “a velocità sostenuta”, lasciando lì sulla strada il cadavere di Rebellin.

Il suo tragitto, dopo un paio di tappe, lo porta dritto in Germania. Dopo il mandato di arresto europeo, però, è arrivato il fermo di Wolfgang Rieke e a luglio 2023 la conferma della sua estradizione in Italia.

Articolo Precedente

Sette squadre in tre punti, la lotta salvezza non concede colpi di testa. Vero D’Aversa?

next
Articolo Successivo

Immobile rivela: “Campagna denigratoria, volevamo che Sarri restasse alla Lazio”

next