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Inchiesta Fanpage, la condanna di Colosimo: “Frasi aberranti, sono profondamente delusa. Quello che ho visto non ci rappresenta”

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Non c’è spazio per le frasi aberranti che ho sentito. La giovane età è una giustificazione fino a un certo punto, a mio avviso. Sono felice che il partito a cui appartengo e che conosco da tanti anni abbia deciso di dire che per questo non c’è spazio“. Parlando con i cronisti a palazzo San Macuto, la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo sceglie di usare toni netti per condannare quanto emerso dall’inchiesta di Fanpage sull’antisemitismo e il razzismo in Gioventù nazionale, l’organizzazione giovanile del partito di Giorgia Meloni. “Quello che ho visto mi ha profondamente deluso, non ci rappresenta, e lo dico senza paura d’essere smentita”, afferma Colosimo, cresciuta a sua volta nei movimenti studenteschi di destra. “La storia che io ho vissuto, e che ha visto come capo di quel mondo il presidente del Consiglio, è una storia in cui non c’è mai stato spazio per l’antisemitismo, per il razzismo, non c’è mai stato spazio per il nostalgismo, per una questione di scelte”, assicura.

Le parole di Colosimo si distinguono da quelle di altri colonnelli del partito, da Giovanni Donzelli a Federico Mollicone, che hanno scelto di minimizzare la gravità di quanto emerso attaccando le modalità di realizzazione dell’inchiesta (girata attraverso un cronista infiltrato in incognito in Gioventù nazionale). “Io sono stata due volte nei campi di sterminio, ho pianto con le persone che erano lì, ed esattamente per quello ma anche e soprattutto per le storie che riguardano altre nazionalità, noi chiediamo il rispetto dell’identità e dobbiamo dare il rispetto delle identità”, dice la numero uno dell’Antimafia. Dedicando un pensiero anche alla senatrice Ester Mieli, oggetto delle risate antisemite dei giovani di FdI: “Per me è un’amica, una donna straordinaria che non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno e non si meritava questo. Le ho già chiesto scusa privatamente e lo faccio anche in pubblico a nome di tutti”.

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