Oltre 60 migranti risultano dispersi dopo il ribaltamento della barca a vela sulla quale viaggiavano a circa cento miglia dalla costa della Calabria. In soccorso dell’imbarcazione é giunto un mercantile che ha trasferito successivamente 12 migranti superstiti su un’unità della Guardia costiera che è poi approdata a Roccella Ionica. In porto è arrivato anche il cadavere di una donna morta dopo essere finita in mare. Sono state attivate adesso le ricerche delle persone disperse, ma, al momento, non ne é stata recuperata nessuna. I migranti che viaggiavano a bordo dell’imbarcazione erano partiti nei giorni scorsi da un porto della Turchia. Tra le 12 persone giunte a Roccella Ionica c’é anche una donna in stato di gravidanza e altri due bambini. Secondo la ricostruzione dei sopravvissuti, il motore dell’imbarcazione, partita otto giorni prima dalla Turchia, si sarebbe incendiato, facendo rovesciare lo scafo a 110 miglia nautiche dalle coste italiane. “Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata. I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi. Intere famiglie dell’Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune imbarcazioni non si sono fermate per aiutarli”, ha raccontato Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici Senza Frontiere a Roccella che stamattina era al porto e ha assistito i superstiti. Questi e parte dei dispersi in mare provengono da Iran, Siria e Iraq. Di quanto é accaduto è stata informata la Procura della Repubblica di Locri, che sta coordinando l’attività investigativa.

Nelle stesse ore un secondo salvataggio è avvenuto al largo della Libia, in acque Sar Maltesi, dove la nave umanitaria Nadir ha soccorso 54 persone, tra cui una donna e un minore, a bordo d un’imbarcazione di legno in difficoltà. “Il salvataggio è arrivato troppo tardi per 10 persone”, fa sapere la ong ResQship. Due delle persone soccorse erano prive di sensi e hanno dovuto essere liberate con un’ascia. I 54 sopravvissuti sono stati sbarcati dalla motovedetta Cp306 della guardia costiera a molo Favarolo a Lampedusa. Secondo i sopravvissuti, che vengono ora sentiti dalla guardia costiera e dai poliziotti della squadra mobile, i morti dovrebbero essere 11. Il gruppo è composto da persone originarie di Bangladesh, Pakistan, Egitto e Siria, che hanno pagato circa 3.500 dollari per mettersi in viaggio su un’imbarcazione di legno di 8 metri. Due i feriti che sono stati già trasportati al poliambulatorio. I cadaveri sono rimasti a bordo della carretta del mare che viene trainata dalla nave ong Nadir che giungerà al porto in serata. Appena lo scorso 8 giugno, la guardia costiera ha trasbordato dalla nave ong Geo Barents, di Medici senza frontiere, altri 11 cadaveri recuperati in acque Sar libiche (foto, credits Msf).

“Se questi dati dovessero essere confermati il numero dei morti e dispersi nel Mediterraneo centrale salirebbe a oltre 800, una media di quasi 5 morti e dispersi al giorno dall’inizio dell’anno”, scrivono UNHCR, OIM e UNICEF in un comunicato. “Questi ennesimi incidenti generano un senso di profonda frustrazione per i ripetuti appelli inascoltati a potenziare risorse e capacità per le operazioni di ricerca e soccorso in mare a supporto della Guardia Costiera Italiana. Ogni naufragio rappresenta un fallimento collettivo, un segno tangibile dell’incapacità degli Stati di proteggere le persone più vulnerabili”. A tre giorni dalla Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno, ndr) con la quale si ricorda il dramma di 120 milioni di persone costrette a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni – continuano -, “questi nuovi incidenti in mare, che coinvolgono rifugiati e migranti, risultano quanto mai inaccettabili”. “Oltre alla necessità urgente di un sostegno europeo alle operazioni di ricerca e soccorso, è fondamentale – sottolineano UNHCR, OIM e UNICEF – promuovere un più ampio accesso a percorsi sicuri e regolari nell’Unione Europea per le persone migranti e rifugiati, affinché non siano costrette a rischiare la vita in mare”.

Complessivamente, sono almeno 173 le persone approdate a Lampedusa nella notte, a bordo di tre imbarcazioni differenti: 103 persone durante un primo sbarco, 27 nel secondo e 43 nel terzo. I migranti stati soccorsi dalla Guardia di finanza e dalla Guardia costiera. Si trovano adesso presso l’hotspot di contrada Imbriacola, gestito dalla Croce Rossa Italiana, dove complessivamente sono 308 gli ospiti. In mattinata è previsto un trasferimento di 133 persone dal centro di accoglienza, con un traghetto, verso Porto Empedocle. Dall’inizio dell’anno gli sbarchi sulle coste italiane sono in tutto 23.725, cifra identica a quella registrata nello stesso periodo del 2022 (23.920), mentre l’anno scorso erano 55.902.

Immagine d’archivio

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