L’atteggiamento composto dei mercati mostra come il weekend dell’attacco iraniano sia stato esattamente quel che si aspettava che fosse. Un’azione dimostrativa calibrata per limitare il più possibili i rischi di un’escalation. Non solo per le armi utilizzate e gli obiettivi scelti (peraltro senza raggiungerli) ma anche perché i funzionari iraniani hanno costantemente tenuto al corrente Washington e le capitali del Medio Oriente di quel che si preparava a fare, dando a tutti il ​​tempo di preparare i sistemi difensivi. Terminata l’operazione Teheran ha subito affermato che dal suo punto di vista la questione aperta con l’attacco israeliano alla sede diplomatica di Damasco era chiusa così. Il petrolio, che nei giorni scorsi era salito sui margini di incertezza nell’evoluzione degli scenari, oggi è ad esempio in calo dell’1% a 89,7 dollari (brent). Una discesa tutto sommato contenuta. Del resto permangono le incertezze su quella che a questo punto sarà la contro reazione di Tel Aviv. La palla è ora in campo israeliano. Non è chiaro se, almeno per ora, la cosa finirà davvero qui o se Israele voglia insistere nell’alzare il livello dello scontro, magari trascinando gli Stati Uniti in guerra, come temuto dal presidente Joe Biden. Se Israele rispondesse colpendo il territorio iraniano, la situazione potrebbe rapidamente precipitare.

Le borse sono oggi fiacche e contrastate ma, anche qui, senza grandi patemi. Tokyo ha chiuso in calo dello 0,7%, Shanghai in rialzo dell’1%. Mosca è in lieve rialzo. In Europa Londra perde lo 0,4%, Parigi e Francoforte sono in rialzo. La borsa di Israele è in rialzo a metà seduta dello 0,6%. Non si vedono spostamenti verso i titoli di Stato, considerati asset relativamente più sicuri rispetto alle azioni. I rendimenti del bund tedesco (prodotto teoricamente a rischio zero) sono in rialzo, a segnalare che le vendite superano gli acquisti. Lo stesso dicasi per i Treasuries americani. Il dollaro, LA moneta che tutti cercano quando le cose si mettono male, perde lo 0,1% nei confronti dell’euro. Scende anche l’oro, che belle ultime settimane ha corso di record in record, sia per le incertezze geopolitiche, sia, forse soprattutto per gli acquisti di alcune banche centrali. Oggi si riunisce di nuovo il gabinetto di guerra israeliano. Tutto potrebbe cambiare in fretta.

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