Ora la priorità di Washington è lasciare che le acque si calmino, passata la tempesta. La Casa Bianca è impegnata a raffreddare gli animi in Israele e nel resto del Medio Oriente. L’annunciatissimo attacco iraniano c’è stato e si è concluso sostanzialmente senza danni. Grazie ai sistemi di difesa di Israele, all’azione congiunta di jet americani, inglesi e francesi ma, probabilmente, anche per volontà di Teheran. L’intento era quello di una dimostrazione che non costituisse pretesto sufficiente per ulteriori ritorsioni. E stamane i media israeliani parlano di “pressioni Usa” che il Gabinetto di guerra di Israele previsto per le 15.30 (le 14.30 in Italia) non decida un contrattacco nei confronti dell’Iran. Il problema – aggiungono le fonti – è individuare una “risposta che non porti necessariamente a un’escalation”.

Il presidente Biden del resto è stato piuttosto chiaro nel suo colloquio telefonico di 25 minuti con Benjamin Netanyahu. Ha detto al premier israeliano che dovrebbe considerare la nottata una “vittoria” visto che, dalle prime valutazioni, l’attacco dell’Iran contro lo Stato ebraico non ha avuto successo. “Gli ho detto che Israele ha dimostrato una notevole capacità di difesa contro un attacco senza precedenti, inviando un messaggio chiaro ai suoi nemici sul fatto che non possono minacciare la sicurezza di Israele”, ha spiegato Biden. Nella seconda parte della conversazione Biden ha però tracciato una linea rossa. Secondo ricostruzioni di stampa Biden ha spiegato che gli Usa non parteciperanno a nessuna operazione offensiva contro Teheran e non sosterranno una tale operazione.

Il premier israeliano, mette in evidenza il sito Axios, avrebbe capito la posizione del presidente americano. Stando a ricostruzioni del New York Times, dopo la telefonata, Netanyahu ha annullato un attacco di ritorsione immediato che era stato chiesto da diversi membri del gabinetto di guerra. Chiunque ci fa del male, noi lo colpiamo. Ci difenderemo da ogni minaccia e lo faremo con freddezza e determinazione”, aveva affermato ieri il premier israeliano. Dopo la telefonata con Biden i toni sono sembrato un poco meno bellicosi. “Li abbiamo intercettati, li abbiamo respinti, insieme vinceremo”, ha scritto Netanyahu su X

L’emittente americana Nbc, citando alcune fonti, riporta come Biden abbia espresso privatamente il timore che il premier israeliano stia cercando di trascinare di più gli Stati Uniti in un conflitto. C è quindi preoccupazione fra i funzionari americani sulla possibilità che Israele risponda rapidamente agli attacchi dell’Iran senza pensare alle potenziali conseguenze. Anche perché, ieri sera, il premier israeliano era partito lancia in resta. Biden ha detto che convocherà per domenica i leader del G7 (in teoria la convocazione spetterebbe alla presidenza di turno, cioé l’Italia, che poi ha prontamente provveduto) per coordinare una risposta di natura diplomatica. Chiara volontà di scongiurare un altro ricorso alle armi.

Dal canto suo l’Iran “invia un messaggio agli Stati Uniti che se parteciperanno alla possibile prossima mossa aggressiva dei sionisti, la sicurezza delle sue basi e forze nella regione (mediorientale) sarà a rischio”. Una minaccia avanzata dal capo di Stato maggiore iraniano, Mohammad Bagheri. “Gli Usa hanno dato luce verde all’attacco israeliano al nostro consolato e difeso Israele la scorsa notte, usando tutta la sua forza, per azzerare l’operazione iraniana, ma non sono stati capaci di affrontare l’Iran”, ha aggiunto, asserendo che “l’Iron Dome non ha potuto opporre una reale resistenza ai droni”.

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