“La sicurezza non è un costo, non è un lusso ma è un dovere, un diritto inalienabile per ogni persona”. Una delle frasi più forti, tra quelle pronunciate in piazza Maggiore a Bologna nel giorno dello sciopero generale nazionale per la sicurezza sul lavoro, l’ha detta il presidente della Cei, l’arcivescovo Matteo Zuppi. “Quando la sicurezza è vista come un costo inutile vuol dire che siamo irresponsabili”, ha scandito. In piazza a manifestare contro le morti bianche c’erano secondo Cgil e Uil Bologna 15mila persone. In Emilia-Romagna l’astensione dal lavoro, già convocata, è stata raddoppiata a 8 ore ed estesa al settore pulizie pubblico dopo la strage della centrale di Suviana.

In testa al corteo uno striscione con la scritta ‘Adesso basta!‘. In prima fila, con il segretario della Cgil Bologna Michele Bulgarelli e quello regionale della Uil Marcello Borghetti, Ivana Veronese nazionale confederale Uil, Luigi Giove, segretario organizzativo nazionale Cgil, il sindaco di Bologna Matteo Lepore, quello di Camugnano Marco Masinara, il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e l’assessore regionale al lavoro Vincenzo Colla. La protesta “è necessaria per rivendicare con il governo una nuova legislazione che contrasti la precarietà, la logica degli appalti al massimo ribasso, il dumping contrattuale insieme alla definizione di un piano nazionale sulla salute e sulla sicurezza in tutti luoghi di lavoro per rafforzare la prevenzione, gli organi ispettivi e i controlli, e che perseguiti anche penalmente le aziende inadempienti alla legge e ai dettami contrattuali”, rivendicano Fiom e Uilm.

“Queste tragedie continuano ad accadere tutti i giorni, questo sciopero che avevamo proclamato sui temi della sicurezza dimostra la necessità di intervenire per bloccare questa guerra civile, c’è una strage di cui questo paese deve prendere atto, servono misure immediate che siano in gran di fermare questa mattanza”, ha aggiunto il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri parlando di Suviana e sottolineando la necessità di intervenire sui subappalti. “Cosa bisogna fare per avere nei subappalti privati le regole per i pubblici? Quanti morti dobbiamo vedere ancora?”.

“In Italia si è svalutato troppo il lavoro e leggi introdotte in questi anni stanno favorendo un modello di fare impresa fondato sullo sfruttamento. Su appalti, subappalti e profitto a tutti i costi. Un modello che danneggia i lavoratori, che muoiono e si infortunano, ma danneggia anche il paese. Bisogna dire basta”, ha attaccato da Brescia il segretario della Cgil Maurizio Landini. Per poi polemizzare contro la Cisl che non era in piazza: “Chiedete a chi davanti ai morti ha deciso di non scioperare. Noi vogliamo unire” ha spiegato Landini. “Chiediamo a governo e imprese di prendere provvedimenti per cambiare. Bisogna ripristinare la legge cancellata nel 2003 che dice che il trattamento economico e normativo di tutti i lavoratori in qualsiasi appalto deve essere lo stesso. Servono più ispettori, servono investimenti su sicurezza”. A Landini risponde il segretario della Cisl Luigi Sbarra che sottolinea come gli incidenti sul lavoro siano una “grande piaga sociale” che “impone il massimo di unità tra tutti i soggetti politici, istituzionali e sociali e non ammette toni demagogici, populisti e incendiari che dividono le persone e mettono, irresponsabilmente, i lavoratori gli uni contro gli altri”. “Forse Maurizio è distratto, – ha concluso – ieri la Cisl ha proclamato 4 ore di sciopero nazionale nel gruppo Enel”.

A Bologna una decina di manifestanti, con bandiere di Rifondazione Comunista e Carc, ha contestato i rappresentanti del Pd con lo slogan “Fuori Lepore, Bonaccini e il Pd dal corteo”. “Perché il Pd non tutela i lavoratori in azienda? Perché non fa sua la legge sugli omicidi sul lavoro? Ci chiediamo cosa ci stiano a fare qui” e “cosa ci sta a fare il Pd che da 40 anni ha portato la precarietà in azienda”, hanno scandito al megafono alcuni manifestanti. La contestazione è durata pochi minuti, prima che i manifestanti si allontanassero.

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