Con un sobrio ritratto, il Sole 24 Ore, quotidiano dell’associazione degli industriali, celebra l’avvento del nuovo presidente Emanuele Orsini. Carlo Bonomi resterà in carica fino a maggio ma ormai è un ricordo. Anche perché, a leggere quello che racconta il giornale, al piano più alto di viale dell’Astronomia è salito una sorta di superman, un lavoratore instancabile che si spende senza requie per il bene di tutti: azienda, dipendenti, paese.

Le prime righe valgono da sole il prezzo del giornale. “Si alza tutte le mattine con l’entusiasmo di affrontare la fatica di ogni giorno, diviso tra le varie aziende del gruppo (una ereditata dal padre, l’altra dal suocero, ndr). E ogni sera si domanda se quello che ha fatto va bene: per l’impresa, per i dipendenti, per il paese. Il massimo dell’impegno per ottenere il miglior risultato. Un senso di responsabilità che lo accompagna sin da ragazzo”, ci racconta Picchio. Anche meno, verrebbe da dire, ma l’entusiasmo può essere travolgente.

Molto del materiale usato per il ritratto è attinto dal sito “Emanuele Orsini- Crescere Insieme” che il nuovo presidente di Confindustria ha messo in piedi per promuovere la sua immagine. L’articolo ci racconta che Orsini non si è mai laureato (ha fatto un solo esame a Giurisprudenza) ma solo perché aveva fretta di correre in azienda ad aiutare il padre. Eppure, una divergenza con il genitore, lo induce poco dopo alle dimissioni. Neanche a dirlo, il padre si accorge presto dell’errore e richiama il figlio in azienda per affidargli la guida di tutto. Da lì, secondo il Sole 24 Ore, sono solo successi. In azienda, in Federlegno, in Confindustria. Il gruppo del 51enne Orsini rimane comunque di dimensioni medio piccole, il fatturato dei vari marchi ereditati, alimentare e costruzioni in legno, è di poco superiore ai 100 milioni di euro.

Nell’articolo si getta uno sguardo al programma di presidenza, dove c’è di tutto senza dire quasi niente, dal green deal al solito fisco più amico delle imprese (in realtà lo è già parecchio, di sicuro molto più che dei lavoratori). Il neo presidente non vuol sentir parlare di “ideologie” e quindi via libera ad un ripensamento sul nucleare. Perché, in tema di energia “Occorre una strategia multi obiettivo, in grado di predisporre un insieme complesso e organico di misure strutturali a partire dall’istituzione a palazzo Chigi di una vera e propria cabina di regia per misure e interventi coordinati in materia energetica”. Chiaro, no? “Centrale è poi l’argomento del mercato del lavoro e delle competenze, per ridurre quel divario ormai strutturale tra domanda e offerta”. In molti casi basterebbe forse alzare gli stipendi e i lavoratori che mancano probabilmente arriverebbero ma si sa, alla Confindustria da questo orecchio proprio non ci sentono.

Ma, oltre al lavoro, Orsini ha la possibilità di avere una vita?, si chiede con una certa preoccupazione chi scrive il pezzo. Fortunatamente sì. Orsini ce la fa, riesce a ritagliarsi i suoi spazi personali. C’è tempo per le biciclettate con i figli e per giocare con i tre labrador (Cloe, Lucky e Brown). In chiusura c’è spazio per un timido accostamento a Steve Jobs l’imprenditore per eccellenza, capace di mettere in piedi un’azienda, senza ereditarla, che vale oggi 2.600 miliardi e fattura 3.400 volte il gruppo di Orsini (ricordiamoci però che, come dice il neo presidente di Confindustria “Non esistono aziende grandi non nate piccole”). Il Sole 24 Ore ci assicura che al presidente calzerebbe a pennello la frase di Jobs “Il tuo lavoro occupa gran parte della tua vita. E l’unico modo per fare un lavoro fantastico è amare quello che fai”.

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