Per la quantità di lana di vigogna necessaria a Loro Piana per produrre un maglione venduto a 9mila dollari, la comunità indigena peruviana che tosa gli animali ricevono solo 280 dollari. Con il risultato che solitamente i suoi membri “lavorano gratis per la persona più ricca al mondo”, cioè il miliardario Bernard Arnault, a cui fa capo il conglomerato del lusso LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton, da dieci anni proprietario del marchio italiano dell’abbigliamento di pregio. A rivelarlo è un’inchiesta di Bloomberg Businessweek, che ha messo sotto la lente l’uso di manodopera a basso costo per realizzare alcuni degli indumenti più costosi al mondo. Vedi il berretto da baseball in cashmere indossato dal Kendall Roy di Succession, venduto al dettaglio per 600 dollari.

La comunità indigena di Lucanas si occupa dal 1994 della tosatura legale delle vigogne selvatiche, la cui lana finissima ha un enorme sul mercato finale, e Loro Piana è l’unico acquirente. Un trattato internazionale sulla protezione della specie impone che i proventi vadano a beneficio delle popolazioni indigene andine, ma stando all’inchiesta i 2.700 abitanti del villaggio hanno beneficiato ben poco dell’accordo. Anche perché la tariffa pagata per la fibra grezza è scesa del 36% negli ultimi dieci anni. Nel 2018, aggiunge Businessweek, uno studio commissionato dal governo ha rilevato che l’80% degli abitanti ritiene di non aver tratto vantaggi. La comunità non ha risorse sufficienti per acquistare i macchinari necessari per lavorare direttamente la fibra e realizzare dei capi, tanto che nessuno degli indigeni sentiti dal magazine ha mai indossato un indumento di vigogna.

L’inchiesta lega la situazione attuale alle decisioni prese nel 2000 dall’allora presidente Alberto Fujimori, che mentre il suo governo crollava a causa di accuse di corruzione “emanò un decreto che conferiva alle aziende gli stessi diritti delle comunità contadine di tosare le vigogne che vivevano nelle loro proprietà”. A spingere per la svolta è stato Alfonso Martinez, capo dell’ufficio governativo creato per regolamentare il nuovo mercato, che poco dopo ha lasciato l’incarico e fondato una società che fungeva da intermediario tra le comunità indigene e le aziende acquirenti. Nel 2007, Loro Piana lo ha assunto come amministratore delegato della sua impresa in Perù. Subito dopo ha acquistato 2.000 ettari di terreno arido vicino alla comunità di Lucanas per 160.000 dollari e chiesto un permesso per la tosatura nonché proposto di creare una recinzione di 12,5 chilometri attorno alla sua proprietà, per prevenire l’uscita degli animali mettendoli quindi “semi-cattività”.

Il permesso è stato accordato nel 2010. Da allora, via via che il numero di vigogne presenti sul terreno di proprietà del gruppo cresceva, i prezzi al chilo pagati alla comunità di Lucanas sono scesi: da 420 dollari nel 2012 a 330 nel 2022 e 280 nel 2023. Per un processo, quello della cattura delle vigogne per la tosatura, lungo e laborioso, considerato che gli animali vivono appunto in libertà e quando vengono fermati per tosarli scalciano e mordono. Anche la produzione, per motivi “non chiari”, è calata: dai 1.877 chili del 2012 ai 460 di un decennio dopo. Facendo crollare i ricavi da oltre 780mila a soli 151mila dollari. Negli anni del Covid, poi, il business si è fermato del tutto. Al momento, i membri della comunità lavorano gratuitamente, mentre gli esterni possono essere pagati, di solito circa 20 dollari al giorno.

Negli anni 2000, intervistato dal Telegraph, Pier Luigi Loro Piana aveva parlato del rapporto con le comunità locali spiegando che l’azienda le sosteneva “acquistando costantemente a circa 400 dollari al chilo”. Ma nel 2013 lui e il fratello hanno venduto l’80% del capitale al gruppo di Arnaul per 2 miliardi. Ora Loro Piana, interpellata da Businessweek, replica sostenendo che “fin dal suo arrivo in Perù negli anni ’80 si è impegnata a sostenere i più alti standard di pratiche commerciali etiche e responsabili”, ha affermato la società in una nota. “Loro Piana rappresenta un supporto economico fondamentale a livello locale, proteggendo e rafforzando la domanda e il valore della fibra di vicuña, indipendentemente dalle dinamiche del mercato.”

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