Dall’inizio dei bombardamenti sulla Striscia di Gaza, le donne e le ragazze palestinesi stanno pagando un prezzo altissimo. La 30enne Hayla, manager di Oxfam che si occupa delle questione di genere, ha abbandonato la propria casa insieme alla sua famiglia e ora si è rifugiata insieme ad altre centinaia di migliaia di palestinesi nella zona di Rafah. “In tutte le fasi, la guerra ha sempre effetti sproporzionati su donne e ragazze di ogni categoria. Le donne sono spesso invisibili anche se subiscono il danno più grande”. Con il conflitto è raddoppiato il peso del lavoro di cura che ricade interamente su di loro. Nei rifugi vivono in assenza di privacy e con scarsissimi servizi igienici. Senza considerare che è aumentata anche la violenza di genere. “Noi sosteniamo la leadership delle donne nelle operazioni umanitarie, la loro inclusione nelle piattaforma decisionali. È un diritto fondamentale avere voce in modo che le disparità siano affrontate correttamente”

Il racconto fa parte di una serie di testimonianze raccolte dagli operatori e dai manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.

LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco. Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/

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