Una sparatoria in pieno centro a Frosinone ha causato la morte di una persona e il ferimento di altre tre, di cui una in modo grave. È accaduto nella serata di sabato 9 marzo, in un bar, lo Shake Bar, di via Aldo Moro.

I tre feriti sono stati portati immediatamente al pronto soccorso mentre per il quarto sono stati inutili i tentativi di rianimazione da parte dei sanitari del 118. Le vittime sono tutti cittadini stranieri dell’Est Europa. Per la sparatoria, nella notte, è stato fermato un cittadino albanese di 23 anni.

La ricostruzione di quanto accaduto, fatta nelle ultime ore dagli uomini della Squadra Mobile del vicequestore Flavio Genovesi, racconta una storia di donne e di droga.

Secondo la ricostruzione che emerge dopo una notte di indagini, sabato sera verso le 19.30 Michea Zaka è allo Shake Bar di via Aldo Moro con i suoi amici Giuliano D. ed Elia D. Sono tutti di origini albanesi: Zaka è incensurato ma nell’ultimo anno le Volanti lo hanno fermato due volte per un giro di droga al Casermone, in un caso gli uomini del dottor Carlo Bianchi gli hanno trovato 20mila euro in contanti e per questo sospettano sia il cassiere di una banda. Il bar è pieno come tutti i sabato sera quando entrano altre quattro persone, anche loro di origini albanesi, Ervin e suo fratello Kasen con una coppia di amici.

Tra i due gruppi inizia subito una discussione: Zaka estrae una pistola calibro 22 ed esplode sei colpi che vanno tutti a segno. Uno centra al collo Ervin che si accascia e morirà dopo una ventina di minuti, inutili i soccorsi, gli altri tre restano feriti. Uno, gravissimo, è all’Umberto I di Roma, uno al San Camillo, mentre l’ultimo è al presidio di Frosinone, lo Spaziani, dove viene operato a un femore fratturato dalla pallottola.

Secondo la ricostruzione dell’Ansa, in mezzo alla discussione e poi alla sparatoria, ci sarebbe una donna che prima stava con Kasen ed ora con Zaka; alcuni dicono che ci sia una relazione sentimentale, altri parlano di prostituzione.

Il fermato, Zaka, non aggiunge molto al racconto: si è presentato da solo in questura poco dopo le 23 accompagnato dall’avvocato Marco Maietta dopo che la polizia era passato a casa per cercarlo, senza averlo trovato. Zaka racconta che sono stati i due fratelli, Ervin e Kasen ad aggredirlo e lui ha fatto fuoco per difendersi.

L’arma, aggiunge, l’ha buttata dal ponte sul fiume Cosa di via Verdi ed è finita in una specie di discarica con lattine di birra e brick di vino. La polizia non l’ha ancora trovata. L’accusa nei confronti del 23enne, ora agli arresti, è di omicidio e triplice tentato omicidio. Al momento non ci sono altri indagati né ricercati.

Poco dopo la sparatoria il primo cittadino di Frosinone, Riccardo Mastrangeli, giunto sul luogo della tragedia si è detto sconvolto: “Una sparatoria del genere, in pieno centro, è una cosa assurda, siamo sotto choc. C’è stata molta paura tra la gente che in quel momento era in strada: è sabato sera ed era l’ora dell’aperitivo”.

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Sparatoria in un bar di Frosinone: una persona è stata uccisa, altre tre ferite. “Omicidio al culmine di una lite”

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