Dopo la comunicazione avvenuta via social pochi giorni fa della chiusura della catena milanese Panini Durini, i dipendenti dell’azienda hanno ricevuto tramite email l’avviso di restituire le chiavi dei vari punti vendita. Nessuna spiegazione e nessuna rassicurazione sul loro futuro. I lavoratori da lunedì stanno smaltendo le ferie, in attesa di sviluppi su una situazione ritenuta anche dai sindacalisti molto confusa.

Secondo quanto riporta Il Giorno, l’unica nota positiva è che per ora non sarebbe stata aperta una procedura di licenziamento collettivo, cosa che solitamente avviene quando un’azienda è in crisi. “Abbiamo chiesto alla società milanese un incontro urgente perché i lavoratori hanno bisogno di risposte sul loro futuro. Con Panini Durini c’erano già stati problemi in passato, legati a ritardi nei pagamenti degli stipendi o dei Tfr, e chi aveva altre opportunità per le mani si è dimesso e ha cambiato posto di lavoro” spiega Isa Tonoli, segretaria della Filcams-Cgil di Milano. E sempre secondo quanto riportato dal quotidiano, alla base dei ritardi nei pagamenti ci sarebbero i diversi debiti accumulati nel corso degli anni che hanno portato alla chiusura definitiva della società. Gli sviluppi sono ancora tutti da decifrare, anche se i locali situati nelle zone di pregio della città potrebbero essere appetibili per eventuali imprenditori interessati a un subentro. Una chiusura improvvisa che ricorda quella del ramo italiano della catena statunitense Domino’s Pizza, con il licenziamento dei dipendenti e una procedura davanti al Tribunale fallimentare di Milano.

Intanto, parla il fondatore di Panini Durini, Stefano Saturnino, che da anni ha ceduto la società aperta nel 2011 con l’idea di creare il primo lunch bar dedicato unicamente al panino. “Nel 2017 cedetti Panini Durini ad Astraco, società di advisory indipendente guidata da Nino Dell’Arte – spiega – e da quel momento mi dedicai ad altri progetti che diedero vita a realtà di successo, tra cui Pizzium, Marghe o Gelsomina. La notizia della chiusura di Panini Durini mi dispiace molto perché, quando ho lasciato la società, c’erano tutte le condizioni per continuare sulla strada tracciata fino alla mia uscita e mantenere la catena di paninerie un brand di successo”.

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