Morì precipitando a causa del cedimento di una balaustra sullo storico ponte pedonale in ferro battuto all’inizio dell’interramento del naviglio Martesana a Milano. Era il 2 aprile 2021 e ora la Procura di Milano ha chiesto il processo con l’accusa di omicidio colposo per quattro persone, tra dipendenti, tecnici e funzionari del Comune, per la morte del 40enne Andrea Elifani, che cadde per tre metri. Lo storico ponte di ferro sul Naviglio della Martesana, conosciuto anche come El pont de pan fiss era in cattivo stato di manutenzione, .

Dalle indagini, coordinate dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Isabella Samek Lodovici e Maura Ripamonti, chiuse nei mesi scorsi a carico di cinque indagati (una posizione è stata stralciata con richiesta di archiviazione), era venuta a galla, come segnalato negli atti, una “paralisi della manutenzione” non solo di quella balaustra, ma anche di circa cinquecento tra ponti e sottopassi di competenza comunali. L’Unità ponti del Comune, creata nel 2018 dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, sempre stando alle indagini, era composta da solo cinque persone, senza adeguata formazione, e quando è avvenuta la morte, secondo gli inquirenti, “non era noto quali e quanti fossero i ponti di competenza del Comune di Milano da manutenere“.

La passerella in zona Martesana era stata ispezionata tre volte, tra il 2018 e il 2020, senza, però, che “l’evidente fenomeno corrosivo in svariati punti della struttura”, come scritto dagli inquirenti, fosse stato “percepito e correttamente valorizzato come degno di intervento”. Per questo sono stati indagati tre dipendenti dell’Unità ponti (una posizione va verso l’archiviazione) e il responsabile e un funzionario dell’Area tecnica infrastrutture. Il 40enne, dopo essere caduto sbattendo la testa sul pavimento di pietra all’estremità esterna del ponte, era stato trasportato in ospedale ed era morto poco dopo. Stava chiacchierando con un amico quella sera, quando si è appoggiato ad una sbarra della balaustra che non aveva retto.

Per l’archiviazione è stata stralciata la posizione del tecnico indagato che aveva l’incarico più basso nella scala gerarchica e che, attraverso il suo legale, ha dimostrato ai pm, mostrando delle email, che gli era stato chiesto di non fare valutazioni e di limitarsi a fotografare le zone di interesse dell’Unità ponti. Agli atti dell’inchiesta anche un consulenza tecnica disposta dalla Procura e affidata agli ingegneri Fabrizio D’Errico e Roberto Lucani, gli stessi esperti che si sono occupati del disastro ferroviario di Pioltello, nel Milanese. L’udienza preliminare per i quattro imputati inizierà a maggio.

Foto dal profilo Gorla-Precotto

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