Più soldi, più welfare e meno ore di lavoro. Non siamo certo alle richieste avanzate dai metalmeccanici americani o tedeschi e accordate dai rispettivi datori di lavoro ma anche i sindacati italiani provano a recuperare un po’ del potere d’acquisto massacrato negli ultimi anni e a strappare condizioni occupazionali più compatibili con un equilibrio vita/lavoro. Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno presentato la piattaforma unitaria per il rinnovo del contratto, in scadenza il prossimo 30 giugno, per il 2024-2027. Contratto che interessa più di 1,5 milioni di lavoratori. Sul fronte salariale, la richiesta di aumento medio, relativa al triennio, è pari a 280 euro sul trattamento economico minimo. Tra le novità, la richiesta di sperimentare la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario: “Chiediamo che si avvii una fase di sperimentazione contrattuale con l’obiettivo di raggiungere progressivamente una riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali“.

Le parti, affermano i sindacati nella piattaforma, “si impegnano a coinvolgere il governo per individuare un idoneo ed efficace strumento legislativo che favorisca la riduzione contrattuale dell’orario di lavoro anche attraverso le risorse oggi impegnate in ammortizzatori sociali, anche per favorire un sostegno alla formazione”. Per Fim, Fiom e Uilm, “i cambiamenti epocali della transizione ecologica, digitale e tecnologica insieme ai processi di riorganizzazione e crisi necessitano di risposte inedite per gestire gli effetti occupazionali e per garantire, promuovere ed incrementare buona occupazione e conciliare la vita e il lavoro”. Dunque la riduzione dell’orario di lavoro è una via che si può applicare anche in settori/aziende coinvolti in processi di transizione, riorganizzazione o crisi e di riqualificazione professionale.

Sul fronte del welfare integrativo, i metalmeccanici chiedono un aumento dell’importo a 250 euro annui per i flexible benefits. Quanto all’occupazione sostengono di confermare che il contratto a tempo indeterminato e di apprendistato rimangano le principali forme di assunzioni e, per ridurre la precarietà, di definire “una percentuale massima di utilizzo, riferita ad ogni unità produttiva, per tutti i rapporti di lavoro non a tempo indeterminato e staff leasing“. Non manca il capitolo formazione, da effettuare anche durante l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, con il riconoscimento della piena retribuzione. Nei processi di transizione che determinano un cambiamento nelle competenze è necessario, sostengono ancora, “definire in sede aziendale specifici interventi”.

Sull’intelligenza artificiale, chiedono la definizione di un’apposita normativa per “evitare un utilizzo distorto che determini forme di abusi o violazioni normative/contrattuali e favorire la partecipazione alla definizione della governance dei dati e del loro utilizzo e degli algoritmi per limitare il loro impatto negativo”. Infine, sulla conciliazione dei tempi di vita-lavoro, sostengono di definire permessi aggiuntivi specifici per il lavoro di cura, per figli minori, per genitori anziani e familiari disabili. Per il congedo parentale, la richiesta è di integrare il trattamento economico previsto portando l’integrazione al 100% del reddito per ulteriori due mesi (attualmente all’80% e al 60%). Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil chiedono anche che le imprese in appalto che operano nel contesto produttivo dell’industria metalmeccanica e dell’installazione di impianti siano “tenute all’applicazione del Ccnl metalmeccanico“.

“Il contratto nazionale è la nostra Costituzione sul lavoro, in cui sono espressi i diritti fondamentali e inviolabili delle lavoratrici e dei lavoratori. Il salario, l’orario, la stabilità del lavoro, la salute e la sicurezza, la formazione, il welfare e la parità di genere sono i pilastri di questo rinnovo contrattuale”. Così il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, parlando dopo la presentazione della piattaforma per il rinnovo di “un Ccnl di tutte e di tutti, per tutte e tutti”. “Questo contratto dovrà rappresentare una svolta per il nostro settore, dovrà dare le basi e gli strumenti per affrontare le sfide epocali che già abbiamo di fronte, per salvaguardare l’occupazione, le filiere industriali e l’economia italiana. Siamo pronti alla trattativa”, dice Rocco Palombella della Uilm. Federmeccanica replica che “darà riscontro alla piattaforma con le modalità opportune conformemente a quanto previsto dalle procedure previste dal Ccnl; opererà nel rispetto delle regole confederali e contrattuali di categoria vigenti; riafferma la funzione del Cccl di fornire garanzie economiche e normative”.

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