Dopo la relazione del perito che ha condotto l’ispezione sul gruppo Visibilia per conto del Tribunale di Milano, arrivano nuove prove a dimostrare l’interesse di Daniela Santanchè, ministro del Turismo del governo Meloni e senatrice di Fratelli d’Italia, per riprendere non solo la gestione ma anche il controllo azionario di buona parte di quello che resta del suo disastrato gruppo editoriale – pubblicitario Visibilia. Il Fatto ne ha già dato conto domenica 18 febbraio, riportando le conclusioni del perito del Tribunale sul ruolo centrale nella gestione del gruppo di Visibilia Concessionaria, società della quale il 75% delle quote è in mano a Immobiliare Dani, a sua volta al 95% di Santanchè. Concessionaria non solo svolge la gestione contabile, amministrativa e di servizio per la società quotata Visibilia Editore ma anche quella di tesoreria, rapporti bancari e con i creditori per Visibilia Editrice, ormai ridotta a una scatola vuota amministrata da Francesco Maggioni senza nemmeno un dipendente. Adesso, in base a documenti esclusivi, il Fatto può dimostrare che sin dal 16 febbraio Concessionaria intende subentrare anche a Visibilia Editore nell’azionariato della Visibilia Editrice.

Venerdì scorso, 16 febbraio, Visibilia Editrice infatti ha deciso di lanciare un aumento di capitale da 1 milione, perché la relazione dell’ispezione condotta dal Tribunale di Milano mette in serio dubbio la sua continuità aziendale: in altre parole, sottolinea il rischio che la società vada in liquidazione. Ma Maggioni, che di Editrice è amministratore unico, ha portato all’assemblea del socio unico Visibilia Editore (la società quotata che è controllata dalla Sif Italia del manager suicida Luca Reale Ruffino, i cui eredi non intendono più sborsare una lira per il salvataggio del gruppo fondato da Santanchè) la soluzione già pronta: a sottoscrivere la maggior parte del nuovo investimento, se Sif Italia come dichiarato il giorno prima non sarà intenzionata ad aprire i cordoni della borsa, sarà Visibilia Concessionaria che si è già impegnata a sottoscriverne la maggior parte. Ovvero, in ultima istanza, attraverso la catena delle scatole cinesi che la controllano, sempre lei: Daniela Santanchè. Per evitare che sulle sue creature si concretizzi il rischio di liquidazione giudiziale (il “vecchio” fallimento), dalla quale potrebbero scattare indagini per bancarotta con revocatorie sino a 5 anni, Santanchè si riprende la scena e tenta di salvare le società. Il tutto nell’imminenza dell’udienza del 22 febbraio a Milano al Tribunale fallimentare. Una mossa in extremis che sembra la ricerca di una via d’uscita: quanto poi a concretizzare le promesse e a scucire effettivamente i soldi, è un’altra questione.

La scansione temporale di questa corsa contro il tempo è attestata da documenti precisi. Per la serata del 16 febbraio l’amministratore unico di Visibilia Editrice, Francesco Maggioni, indice un’assemblea ordinaria della società per esaminare i risultati dell’ispezione del Tribunale. Risultati sintetizzati nella relazione del perito Daniela Ortelli che per il gruppo sono assai critici: i bilanci non sono stati redatti secondo le regole, scrive la relazione, e ci sono seri rischi per la continuità aziendale della Visibilia Editrice. Ma prima dell’assemblea di Visibilia Editrice (società controllata al 100% dalla quotata Visibilia Editore in mano a Sif Italia), Maggioni scrive a Visibilia Concessionaria Srl che “è nostra intenzione assumere una delibera di aumento di capitale per un ammontare complessivo sino a un milione, finalizzato a rafforzare le dotazioni finanziarie della società in coerenza con le necessità previste dal piano industriale depositato nell’ambito della composizione negoziata della crisi. A tale proposito, essendo voi soggetti direttamente interessanti da detta situazione (in quanto siamo proprietari delle testate sulle quali viene pubblicata la pubblicità oggetto della raccolta propria della vostra attività di impresa) siamo a chiedervi, qualora il nostro socio non fosse disposto a sottoscrivere l’aumento di capitale, se foste voi disponibili alla sua sottoscrizione”.

Il giorno stesso Visibilia Concessionaria, per mano del suo amministratore unico Paolo Concordia (che come Maggioni è un manager di lungo corso del gruppo fondata da Santanchè e insieme a lui appare nelle registrazioni dei colloqui sull’uso della cassa integrazione Covid a zero ore per dipendenti che risultavano invece in servizio), risponde a Visibilia Editrice – e per conoscenza a Visibilia Editore -: “Confermiamo, anzitutto, di essere portatori di un significativo interesse a sostenere” il progetto di aumento di capitale “in quanto, come è noto, la vostra società è proprietaria delle testate sulle quali viene pubblicata la pubblicità oggetto della raccolta in cui si sostanzia la nostra attività di impresa: prova concreta di tale interesse è il fatto che, sempre in tale ottica, abbiamo prestato apposito patronage avente a oggetto il piano di rientro di Visibilia Srl in liquidazione relativo all’esposizione debitoria maturata dalla stessa nei confronti di Visibilia Editrice, debito attualmente anche oggetto di accollo da parte di soggetto facente capo alla nostra compagine sociale”, ovvero da parte di Daniela Santanchè. “Vi confermiamo la nostra disponibilità a sottoscrivere e versare, con le modalità che verranno concordate, e sempre che a ciò non provveda l’attuale socio unico”, cioé Sif Italia degli eredi di Luca Reale Ruffino, “un aumento di capitale nella vostra società per un ammontare complessivo sino a 600mila euro”.

Così, quello stesso venerdì 16 febbraio c’è già pronta la soluzione quando alle 19.05 si tiene l’assemblea ordinaria di Visibilia Editrice per deliberare sull’analisi delle conseguente che derivano dalla relazione ispettiva condotta per conto del tribunale di Milano da Daniela Ortelli. Partecipano l’amministratore unico Francesco Maggioni e Alberto Campagnoli legale rappresentante dell’azionista unico Visibilia Editore. Secondo Maggioni dalla relazione ispettiva “emerge, seppure indirettamente, che l’ispettore nominato dal Tribunale di Milano ritiene che sia dubbio che la società possa avere i requisiti per redigere il bilancio di esercizio nel rispetto del principio della continuità aziendale, poiché la stessa sarebbe resa incerta dalla situazione economico-patrimoniale di Visibilia e dai fatti gestionali oggetto di rilievo”, ovvero dall’inadeguatezza della struttura gestionale. Dopo aver fatto rilevare che la società ha chiesto la possibilità di utilizzare lo strumento della composizione negoziata della crisi del gruppo sulla base di un piano che prevede la continuità aziendale, Maggioni “ritiene opportuno che venga deliberato un aumento di capitale in coerenza con le necessità previste dal piano industriale” aperto anche ai terzi poiché “stante l’attuale indisponibilità di risorse adeguate in capo a Visibilia Editore solo i soci di quest’ultima, il cui orientamento è a oggi incerto, potrebbero permettere l’operazione di aumento”. “In proposito, il presidente segnala inoltre che Visibilia Concessionaria ha manifestato la propria disponibilità a sottoscrivere un aumento sino all’importo di 600mila euro”. La delibera di aumento di capitale da un milione viene approvata dall’unico socio con la clausola che “prima di aprire l’aumento a terzi, il socio unico” Visibilia Editore “verificherà la volontà dei propri soci di dotare Visibilia Editore delle risorse finanziarie necessarie a sottoscrivere in tutto o in parte l’aumento di capitale”. L’assemblea lampo si chiude alle 19.20.

Il possibile passaggio di consegne alla Concessionaria, come detto controllata al 75% da Santanchè, deriva dal fatto che il giorno prima, giovedì 15 febbraio, il cda di Sif Italia ha reso noto di aver deciso di “non impegnare ulteriori risorse finanziarie in Visibilia” e che “intende dismettere integralmente la partecipazione detenuta in tale società, in una o più soluzioni, nei tempi e con le modalità che verranno ritenute più opportune nel migliore interesse della società e degli altri stakeholders, valutando le opportunità di disinvestimento che potranno di volta in volta presentarsi, non costituendo” Visibilia “un asset strategico”.

La decisione, scrive Sif in una nota, è stata presa “anche sulla base delle risultanze dell’attività svolta dall’advisor finanziario Accuracy nominato dalla Società il 17 novembre scorso, di non considerare più strategica la partecipazione detenuta in Visibilia Editore, anche tenuto conto che l’investimento in Visibilia era legato a un progetto che presupponeva la visione imprenditoriale e strategica, le competenze professionali e le capacità esecutive specifiche di Luca Giuseppe Reale Ruffino, progetto venuto meno con la triste e improvvisa scomparsa del medesimo Ruffino”. Nel pieno di una indagine Consob sui suoi acquisti non dichiarati oltre la soglia dell’Opa di azioni Visibilia Editore, Ruffino si è suicidato a Milano all’inizio di agosto 2023. “Coerentemente con quanto deciso in data odierna – conclude la Sif – la società non intende esercitare i propri diritti in qualità di azionista di Visibilia per partecipare e indirizzare la gestione ordinaria della stessa, se non laddove risultasse necessario e/o opportuno nel contesto e ai fini del processo di dismissione”.

Uscita dunque dalla porta con le sue sbandierate dimissioni da presidente di Visibilia Editore della fine del 2021, sbattute in faccia all’opinione pubblica nella relazione di autodifesa al Senato del 7 luglio dell’anno scorso, Daniela Santanchè dunque non torna solo nel ruolo di socia di riferimento di Concessionaria, la società dalla quale dipende la gestione concreta di buona parte di ciò che resta del suo gruppo. Ora, attraverso i suoi uomini, la ministra del Turismo di Fratelli d’Italia si dice pronta anche a investire 600mila euro per riprendersi il controllo azionario di Visibilia Editrice.

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