Nel Partito democratico si litiga fin da giovani. Inizia male il mandato del neo-segretario giovanile dei dem siciliani, il 23enne Marco Greco, consigliere comunale di Enna, eletto il 10 febbraio scorso. Secondo la minoranza, il congresso di San Cataldo (Caltanissetta) che lo ha visto vincitore è stato illegittimo, per la violazione dei regolamenti interni, alcune irregolarità compiute dalla commissione e l’ammissione al voto di 120 tessere – una su dieci – considerate “anomale”. Così ora un ricorso rischia di mettere in discussione il risultato: una grana che presto finirà (di nuovo) sul tavolo della Commissione di garanzia del Pd, e forse persino in Tribunale.

Già lo scorso 13 dicembre una trentina di giovani dem aveva chiesto l’intervento dei Garanti nazionali del partito, segnalando anomalie nella procedura di convocazione del congresso, che non si riuniva da oltre quattro anni. Nella denuncia si contestava la nomina a commissaria regionale dei Gd di Elisa Carbone, “già 33enne”, che “in nessun modo poteva risultare iscritta ai Giovani democratici”. Carbone era accusata di aver convocato tre riunioni di coordinamento con i segretari con un preavviso di appena 48 ore: in una di queste, inoltre, “senza la presenza dei rappresentanti di Agrigento e Trapani”, era stato approvato “un regolamento congressuale presentato poche ore prima”, che prevedeva la “chiusura del tesseramento nello stesso giorno”. Anche il termine massimo per la presentazione delle candidature a segretario – lamentavano gli iscritti – era stato segnalato a sole 48 ore dalla scadenza, e nemmeno via mail, ma con “un post su Instagram, in una pagina creata ad hoc e non rappresentativa dei Gd Sicilia”. Inoltre, ai garanti venivano segnalate anomalie rispetto a un centinaio di tesseramenti.

Il 9 febbraio, il giorno prima della data stabilita per il congresso, la Commissione risponde all’esposto stabilendo che l’assemblea può tenersi “solo ed esclusivamente dopo aver adempiuto” a una serie di prescrizioni: la “revisione dell’anagrafe online con l’esclusione delle 120 iscrizioni anomale segnalate”, la “comprovata verifica e certificazione del tesseramento cartaceo 2022\23” e “l’eventuale conseguente nuova determinazione dei delegati congressuali”. Solo dopo aver svolto questi passaggi, i vertici dei Gd siciliani avrebbero dovuto inviare una relazione ai garanti per una nuova valutazione. Eppure, già il giorno successivo, la Commissione congressuale regionale, con una delibera “approvata all’unanimità”, informa i Garanti di aver completato tutte le verifiche. Poche ore dopo, da Roma arrivava una sintetica mail di visto: “Si prende atto della risposta e degli allegati”. Tanto basta per decidere di far svolgere comunque il congresso, che incorona Greco al vertice dei Gd siciliani. Ma una parte consistente degli iscritti protesta, ritirandosi sull’Aventino: “Noi iscritti di Palermo e di Agrigento, e alcuni di Siracusa e Caltanissetta, non abbiamo partecipato, perché chiedevamo il rinvio del congresso, considerato che l’organo di garanzia nazionale segnalava delle incongruenze e chiedeva delle verifiche”, spiega a ilfattoquotidiano.it Elia Baglio, leader dei Gd palermitani.

Così, 48 ore dopo l’elezione, la minoranza invia ai Garanti un nuovo ricorso: nel testo si segnala che cinque membri della Commissione su nove, tra cui il presidente Vincenzo Scibetta, avevano firmato la candidatura del neo-segretario, mentre le norme interne “prevedono la decadenza dei componenti di Commissione che sottoscrivono qualsivoglia candidatura”. La circostanza “mina totalmente l’imparzialità della commissione”, denunciano gli iscritti, chiedendo nuove verifiche sui tesseramenti e sostenendo, inoltre, che Scibetta non avrebbe potuto presiedere il confresso, avendo superato i 29 anni. Una presa di posizione che raccoglie solidarietà anche dai “grandi”: il consigliere regionale dem lombardo Paolo Romano e i deputati siciliani Tiziano Spada e Michele Catanzaro esprimono subito il loro “disappunto” per la scelta forzata di andare avanti con il congresso, nonostante le prescrizioni dei Garanti. Schierati con la Commissione, invece, i segretari provinciali Gd di Trapani, Caltanissetta, Enna, Catania, Siracusa, Ragusa e Messina: con una nota, i giovani leader si dicono “sconcertati dall’indegno tentativo di sovvertire l’esito del congresso” e “basiti dalla decisione di quella sparuta minoranza di dirigenti e iscritti, che, dopo aver organizzato e partecipato alle proprie assemblee congressuali provinciali, oggi disconoscono il percorso congressuale”.

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