Negata la consegna alle autorità argentine di don Franco Reverberi, il sacerdote della diocesi di Parma accusato di crimini contro l’umanità, tra i quali l’omicidio nel 1976 del 20enne peronista José Guillermo Beron, tuttora disperso. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha infatti respinto la richiesta di estradizione in Argentina del sacerdote cattolico, che era stata concessa dalla Cassazione. Come riportato dal Corriere, l’ecclesiastico – accusato anche di aver assistito alle sessioni di tortura cui erano sottoposti i prigionieri del regime del generale Videla durante gli anni della dittatura militare tra il 1976 e il 1983 – non sarà quindi consegnato all’Argentina per essere processato. Già nel 2013 l’Italia aveva rifiutato l’estradizione in Argentina.

La Corte di Cassazione nell’ottobre scorso, fatte proprie le argomentazioni dell’avvocato Arturo Salerni, legale dell’ambasciata argentina in Italia, aveva confermato la decisione della corte di appello di Bologna respingendo il ricorso contro l’estradizione presentato dalla difesa del sacerdote. Cappellano militare a Mendoza nel 1980, era ricercato per gli atti avvenuti nel centro di detenzione clandestina “La Departamental” dalla giustizia argentina che indagava sugli omicidi e sulle sparizioni di migliaia di giovani nell’ambito del cosiddetto Piano Condor. Con “Plan Condor” si intende la decisione, a partire dal 1974, di alcuni paesi dell’America Latina di coordinare su scala internazionale la “guerra” contro i movimenti di opposizione alle dittature.

Le motivazioni date dai giudici della Suprema Corte evidenziavano la sussistenza “della gravità indiziaria“, rilevata in appello, “delle accuse inerenti ai reati di tortura nei confronti di nove detenuti diversi da Beròn”. “I delitti commessi nei confronti di quest’ultimo – si legge – si inserivano in un sistema seriale di torture, catalogabili come crimini contro l’umanità, posti in essere nei confronti di dissidenti politici del regime militare in allora al potere in Argentina, effettuate all’interno di una struttura penitenziaria adibita allo scopo e all’interno della quale vi era l’odierno estradando che svolgeva le funzioni di cappellano militare e che si assume avesse favorito l’operato dei militari”. Il ministro Nordio ha avuto 45 giorni di tempo per confermare o meno la decisione, e alla fine ha deciso di respingerla.

Don Reverberi ha 87 anni e come altri individui accusati di essere stati parte attiva nei crimini compiuti durante la dittature del Cono Sur, grazie al doppio passaporto si è trasferito in Italia molti anni fa e per lungo tempo ha vissuto indisturbato. Nella primavera del 2011, infatti, quando era stato raggiunto da una convocazione del procuratore federale, il sacerdote – che si è sempre dichiarato innocente – aveva trovato riparo a Sorbolo (dove era nato nel 1937), paesino della provincia di Parma dove ha anche celebrato messa.

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