Il primo allarme era suonato già a metà dicembre, dopo la bocciatura di un emendamento della senatrice del Pd Beatrice Lorenzin che avrebbe garantito uno stanziamento di 1 milione di euro. Ora, a manovra approvata, la decisione è definitiva. Per la prima volta da un decennio non ci sono fondi per il centro di ricerca Ebri sul cervello, creato dalla premio Nobel italiana Rita Levi-Montalcini, che di conseguenza rischia ancora una volta di chiudere. “Il contributo per i costi strutturali che la Fondazione Ebri riceve fin dal 2012 attraverso la Legge di Bilancio non è stato rinnovato”, scrive in una nota Antonino Cattaneo, presidente del centro europeo di ricerche, parlando di “profonda amarezza e tristezza” per la “sordità e assoluta indifferenza delle Istituzioni verso un piccolo gioiello della ricerca italiana”. Che senza quei soldi non potrà proseguire le sue ricerche e sostenere la manutenzione dei laboratori e delle apparecchiature, costi che “non possono essere coperti dai finanziamenti, in larga parte internazionali, per progetti di ricerca competitivi vinti dalle ricercatrici e dai ricercatori”.

La decisione “vanifica i significativi risultati di livello internazionale ottenuti dai ricercatori dell’Ebri, che aumentano le nostre conoscenze sul cervello e sui meccanismi di molte malattie neurologiche e dei disturbi dello spettro autistico. I risultati raggiunti dall’Ebri sono alla base di future innovative terapie per gravi malattie del cervello e dell’occhio che oggi non hanno cure adeguate”, tra le quali malattia di Alzheimer e altre gravi patologie neurodegenerative, sclerosi multipla, epilessia, malattie neuropsichiatriche, glaucoma e neuropatie ottiche. “Nuovi innovativi farmaci sviluppati all’Ebri – prosegue Cattaneo – sono in via di sviluppo clinico e sperimentazioni cliniche sono in corso, in collaborazione con primari centri clinici. Nuove neurotecnologie d’avanguardia, basate su ingegneria proteica, terapia genica, intelligenza artificiale, imaging ottico, registrazioni elettrofisiologiche multiple vengono sviluppate e utilizzate nei progetti di ricerca in corso all’Ebri”. E ancora: alcune delle conseguenze del mancato rinnovo – dettaglia la nota – saranno la restituzione di finanziamenti competitivi ricevuti dall’estero, la interruzione di collaborazioni con prestigiose università e centri di ricerca nazionali ed internazionali, nonché’ di sperimentazioni cliniche attualmente in corso su pazienti.

Il ministero dell’Università e della ricerca ha fatto sapere dal canto suo che il rinnovo del finanziamento è “già allo studio” e l’assegnazione di nuovi fondi sarà prevista in uno dei prossimi provvedimenti legislativi a inizio del prossimo anno, in rispetto dell’impegno contenuto in un ordine del giorno accolto dal Senato durante l’esame in commissione.

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