Il nuovo calendario fiscale previsto da uno dei decreti attuativi della delega per la riforma del fisco approvati in via definitiva martedì è fumo negli occhi per i commercialisti. Mentre il vice ministro dell’Economia con delega al fisco Maurizio Leo esprime soddisfazione per i provvedimenti varati, la categoria chiamata ad applicare in concreto le nuove regole giudica la nuova successione di adempimenti “improbabile e inattuabile“. Per Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, si profila “un ingorgo di scadenze che metterà in forte difficoltà imprese e professionisti. Ma soprattutto rischia di vanificare quelli che sono gli obiettivi del governo rispetto al nuovo istituto del concordato preventivo biennale, una modifica necessaria per poter essere efficace anche in termini di gettito”.

L’Associazione ha organizzato una conferenza stampa per presentare le proposte formulate con le altre sigle di categoria Adc, Andoc, Fiddoc e Unico insieme a Confimi imprese e Assosoftware. “La riduzione degli scaglioni Irpef da quattro a tre aliquote – ha proseguito Cuchel – determinerà un risparmio fiscale di poche centinaia di euro per ditte individuali e famiglie. Bisogna invece prevedere una riduzione del carico fiscale ben più importante per rilanciare l’economia del Paese ma soprattutto renderla strutturale e non estemporanea come è avvenuto quest’anno”. Le richieste vanno dal superamento dei nuovi adempimenti che lo schema di decreto di fatto introduce all’accorpamento dell’invio del modello Isa e della dichiarazione. Quanto alla proposta di concordato preventivo da parte dell’Agenzia delle entrate, per i professionisti serve più tempo per permettere l’analisi della proposta, l’avvio del contraddittorio con l’Agenzia delle entrate e la presentazione al contribuente della valutazione finale.

Per Mario Pedrazzini, vicepresidente Assosoftware, “nei prossimi mesi vedremo attuarsi una triplice convergenza: una contrazione dei termini per la presentazione dei redditi al 30 settembre, l’inserimento di un nuovo adempimento come il concordato biennale preventivo e una compresenza di flussi di informazione che devono arrivare all’Agenzia delle Entrate sia per il concordato che per le dichiarazioni. L’insieme di questi tre fattori causerà una congestione del calendario fiscale che non era nello spirito della riforma”.

Preoccupazione è stata espressa anche da Francesco Zuech, responsabile Coordinamento Fiscale Confimi: “L’anticipazione dei termini la presentazione della dichiarazione dei redditi mal si concilia soprattutto con l’aggiunta delle scadenze del concordato preventivo biennale e con un calendario che è già fitto di scadenze durante il periodo estivo”.

Critiche arrivano anche dalle opposizioni. Secondo Antonio Misiani, responsabile economia e finanze del Pd, “il rischio è non solo il fallimento della riforma fiscale sul terreno del ridisegno delle imposte ma anche sul terreno delle semplificazioni degli adempimenti e delle scadenze. I dettagli attuativi si stanno rivelando un vero inferno, lontani anni luce da quelli che erano i propositi del governo”. Per Mario Turco (Movimento 5 stelle) “il governo sta facendo una corsa contro il tempo per rendere attuativa una riforma per la quale il Paese non è pronto. Un calendario fiscale inconciliabile con quello delle imprese e dei professionisti stessi. Diciamo no a una riforma che invece di semplificare aggiunge altri adempimenti fiscali ingolfando gli studi professionali”.

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