Torna a parlare Roberto Mancini. L’ex commissario tecnico della nazionale italiana ha ripercorso il suo addio alla panchina dell’Italia. Una rottura clamorosa. Con due grandi protagonisti: Mancini e il presidente della Figc, Gabriele Gravina. Con diverse motivazioni: da una parte le interferenze politiche, i dissidi sullo staff, il rapporto personale logorato. Dall’altra l’odore dei soldi: un contratto triennale da 25/30 milioni a stagione per guidare la nazionale dell’Arabia Saudita. A mesi di distanza dal divorzio estivo, i due protagonisti sono tornati sull’argomento ai microfoni de Le Iene, nel servizio andato in onda martedì 5 dicembre su Italia 1.

Alla domanda sul perché Mancini si fosse dimesso, il presidente Gravina ai microfoni di Stefano Corti risponde: “Questo dovete chiederlo a Mancini, in questo momento non riesco ancora a rimuovere l’amarezza che ho provato. Con Roberto ho condiviso cinque anni e quando vivi cinque anni di sensibilità, emozioni fortissime, un risultato storico, come fai a rinnegare tutto? Sarebbe una sconfitta incredibile per me pensare di avere investito in un rapporto umano che poi non lascia nulla“. E prosegue: “Tutti abbiamo delle fragilità, lui ne ha manifestata qualcuna con qualche dichiarazione, a mio avviso, non corretta, io non posso abboccare e vivere puntando solo su quelle dichiarazioni”. Corti gli domanda se fosse vero che Mancini fosse andato da lui più volte per parlare dei problemi e del perché avrebbe voluto lasciare la Nazionale. Gravina spiega: “No, io e Roberto di questo tema non ne abbiamo parlato, né nei cinque anni né un minuto prima che lui volesse presentare le sue dimissioni. Diciamo che ha avuto momenti di tentennamenti qualche ora prima di mandare la PEC”. Il presidente Figc conclude: “Credo che abbia sbagliato nei metodi, nei tempi. Vi garantisco che non mi sarei mai opposto, perché di fronte a proposte che ho letto sulla stampa, questa andava sicuramente accettata. Non sarebbe rimasto con lo stesso entusiasmo di fronte a una proposta del genere”.

Dopo Gravina, Stefano Corti incontra Roberto Mancini. “Come sto ora? È un po’ faticoso, è un po’ diverso”, dice l’ex ct, che spende anche qualche parola sulla qualifica dell’Italia: “Questo mi fa molto piacere. Sono tutti ragazzi che meritavano questo, avevano già avuto una grande delusione per il Mondiale, poi è giusto che l’Italia possa essere lì a difendere il titolo”. Poi si passa al discorso che coinvolge la sua scelta personale di partire per l’Arabia Saudita. Mancini replica a Gravina: “Anche io ci sono rimasto male. Diciamo che dopo tanti anni, forse, a volte, bisognava prendere una decisione. Forse è una decisione che andava presa un po’ prima, però, allo stesso tempo, posso anche capire che ci si possa rimanere male. Anche io sono rimasto male di tante cose, e con grande dispiacere perché io sarei rimasto altri dieci anni, se fosse stato possibile. Qualcosa era cambiato rispetto a prima, ma posso dire una cosa? È stato detto anche troppo“. Mancini quindi accusa la stampa: “Quando c’erano giornali, giornalisti, direttori e proprietari seri di giornali si scrivevano cose vere, adesso si scrivono un sacco di stupidaggini. Le cose scritte sono per la maggior parte stupidaggini: sono andato via per tante motivazioni“. “I soldi? Una delle motivazioni è anche quella”, conclude Mancini.

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