A Padova oltre 2mila matricole universitarie sono ancora senza borsa di studio pur avendone diritto. Allo Iuav di Venezia quasi due studenti su tre. E gli oltre tremila di tutto il Veneto che ne avevano diritto l’anno scorso la stanno ricevendo adesso, con un anno di ritardo. Non è ancora risolto il problema degli “idonei non beneficiari”, ovvero coloro che sono rimasti esclusi dal sussidio (anche se rientrano nei parametri per riceverlo) a causa di un buco a bilancio della Regione. Per l’anno accademico in corso l’università di Padova ha versato dei soldi in anticipo per aiutare gli studenti e ha pubblicato le graduatorie della prima assegnazione delle borse: su 11816 idonei, più di 2600 non l’anno ricevuta, di cui oltre duecento cittadini che vengono da Paesi extra Ue. Da poco sono usciti anche i dati dello Iuav, istituto universitario di architettura di Venezia: 464 non beneficiari su 725 idonei, il 64%.

Tutto nacque nel 2022, quando arrivarono i fondi del Pnrr e il governo Draghi alzò i parametri di reddito per accedere alla borsa e i relativi importi. In Veneto ci fu un’impennata delle richieste e degli idonei: di conseguenza, la Regione avrebbe dovuto stanziare più fondi a bilancio per garantire il contributo a chi ne ha diritto, ma così non è stato. Lo scorso anno accademico in Veneto sono rimasti esclusi più di tremila ragazzi per un vuoto di oltre 11 milioni di euro della Regione. Il governo Meloni è intervenuto con una misura tappabuchi da oltre 17 milioni (due terzi di tutti gli idonei non beneficiari italiani sono in Veneto): secondo quanto riportato dall’Unione degli universitari di Padova, quei fondi dovrebbero arrivare entro fine anno, ampiamente in ritardo. Nel frattempo c’è chi, dopo mesi senza contributo, ha abbandonato gli studi. Per il 2023/2024 l’ateneo ha versato in anticipo circa 40 milioni di euro per più di 9mila studenti, in attesa che la Regione li restituisca. Sono rimasti fuori 2653 iscritti, tutti del primo anno (il 67% delle 3950 matricole idonee).

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“Il numero è salito e la regione continua a fare passi indietro sul diritto allo studio – dice Domenico Amico, coordinatore di Udu Padova – l’assessora Donazzan (delega all’istruzione, ndr) deve prendersi le sue responsabilità e garantire i fondi”. Gli fa eco Francesca Pollero, rappresentante nel cda di Esu, ente per il diritto allo studio. “Assistiamo al fallimento di una politica lontana dagli universitari. La regione aveva dichiarato la totale copertura delle borse di studio mancanti dell’anno scorso, dopo un anno di ritardo. Gli studenti però non hanno ancora ricevuto niente. Pretendiamo delle risposte”. Il sindacato studentesco veneziano punta il dito contro l’amministrazione. “Anche quest’anno più della metà degli aventi diritto dovrà aspettare per ricevere i fondi di cui ha bisogno per gli studi, i trasporti, l’alloggio. La Regione continua a prendersi gioco degli studenti, dimostrando di non avere interesse a rendere l’università economicamente accessibile a tutti”.

A loro ha replicato Donazzan: “Dico all’Udu”, ha dichiarato ai quotidiani locali, “che a forza di gridare al lupo al lupo, non ci si crede più. La regione Veneto ha sempre pagato le borse di studio”. I dati dimostrano il contrario: nel 2022/2023 mancavano oltre 11 milioni di euro per circa 3mila universitari, secondo quanto reso noto dal suo ufficio a fine settembre. Tant’è che il governo ha dovuto mettere una pezza. Donazzan scarica la responsabilità sull’esecutivo, presente e passato. “C’è un decreto del ministro Bernini che assegna le risorse a livello nazionale e in gran parte, su nostra richiesta, saranno per il Veneto, ma si attende il riparto. Anticipare i fondi non è possibile. Ricordo che è stato il governo Draghi ad aumentare la platea dei beneficiari, e da noi gli iscritti aumentano, e il valore”. La politica di Fratelli d’Italia garantisce che “Le borse sono sempre state pagate e lo saranno”.

“Di fronte alle 2.653 borse di studio che ad oggi sono negate per mancanza di fondi, cosa dovrebbero fare gli universitari padovani? – chiede Vanessa Camani, capogruppo Pd – Donazzan, invece di attaccare gli studenti, dovrebbe farsi carico del problema degli idonei non beneficiari. Le università spesso anticipano le erogazioni, ma la falla nel sistema regionale è enorme. Mancano dal bilancio di previsione almeno 10 milioni sulle borse”.

Il problema rischia di peggiorare. Negli ultimi mesi le soglie economiche sono state adeguate all’inflazione, quindi è previsto un nuovo aumento degli idonei. L’assessore al bilancio del Veneto Francesco Calzavara, intervistato ad inizio ottobre da ilfattoquotidiano.it, aveva ammesso che le borse di studio sono una priorità e che sarà necessario stanziare più fondi. Intanto, decine di universitari sono scesi in piazza a Padova e hanno occupato alcune facoltà per chiedere i soldi a cui hanno diritto.

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