Un accordo, imminente, per la liberazione di decine di ostaggi e un cessate il fuoco che durerà qualche giorno. C’è la possibilità che nelle prossime ore vengano definiti – e diffusi – i dettagli di un’intesa sulle persone rapite e trattenute nella Striscia di Gaza dopo il terribile attaccato di Hamas del 7 di ottobre in Israele. “Spero che avremo buone notizie tra breve” ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel corso di un incontro con un reparto dell’esercito. “Stiamo facendo progressi” ha annunciato, tanto da convocare per le 18 (ore locali, 17 in Italia) un gabinetto di guerra a Tel Aviv.

Anche i media locali hanno anticipato la notizia. Il Jerusalem Post cita rapporti di stampa e funzionari israeliani di alto livello; Axios cita altre due fonti a conoscenza della trattativa e specifica che i mediatori del Qatar potrebbero annunciare oggi stesso l’intesa. Stando a quanto si legge sul Jerusalem Post, l’intesa proposta si riferirebbe a circa 50 minori israeliani e alle loro madri in cambio di quattro giorni di cessate il fuoco e si baserebbe sul criterio “‘uno a tre’, tre palestinesi prigionieri per ogni ostaggio”. Anche Axios scrive che nel quadro dell’accordo sugli ostaggi Israele rilascerebbe tre prigionieri palestinesi per ogni ostaggio israeliano liberato da Hamas e che nella prima delle due fasi di attuazione dell’intesa, Hamas dovrebbe rilasciare 50 donne e bambini trattenuti a Gaza, mentre Israele dovrebbe liberare circa 150 detenuti palestinesi, per lo più donne e minori. Una delle fonti di Axios ha spiegato che il rilascio di ostaggi e prigionieri nella prima fase dell’accordo avverrebbe durante quattro giorni di cessate il fuoco a Gaza. E nel quadro dell’accordo Israele consentirebbe l’arrivo ogni giorno nella Striscia, tramite l’Egitto, di circa 300 camion carichi di aiuti umanitari.

Sempre secondo Axios, nella seconda fase dell’accordo Hamas potrebbe rilasciare fino ad altri 50 israeliani – tra donne, bambini e anziani – in cambio di una proroga da parte di Israele del cessate il fuoco a Gaza. E Israele rilascerebbe un numero di prigionieri palestinesi in linea con lo stesso criterio della prima fase. Tra gli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza alcuni hanno la doppia cittadinanza. Se l’accordo diventasse realtà sarebbe il primo risultato diplomatico dal 7 ottobre.

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