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Imboscate agli europarlamentari e volantini sulle porte degli uffici: l’offensiva dei lobbisti a Bruxelles contro la stretta sugli imballaggi

Imboscate agli europarlamentari e volantini sulle porte degli uffici: l’offensiva dei lobbisti a Bruxelles contro la stretta sugli imballaggi
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Europarlamentari avvicinati nei corridoi, alla fine delle riunioni e al bar, mentre sulle porte dei loro uffici compaiono volantini con la scritta “Save our takeaway!“, “Salvate il nostro cibo da asporto”. È un’offensiva lobbistica senza precedenti quella messa in campo al Parlamento europeo dall’industria della plastica, in vista del decisivo voto sul regolamento sul packaging in programma mercoledì a Strasburgo nell’ambito della sessione plenaria. Il testo, proposto dalla Commissione a novembre 2022 e già approvato dalla Commissione Ambiente dell’Eurocamera, è uno dei provvedimenti cardine del Green deal e ha l’ambizione di ribaltare il paradigma degli imballaggi monouso, vietandoli in un’ampia serie di casi in favore delle confezioni riutilizzabili (o comunque riciclabili) e fissando target progressivi di riduzione dei rifiuti. Una direzione contestata dalle aziende del settore (in particolare dai fast food) e anche dal governo italiano, che con loro ha fatto sponda fin da subito, tentando di bloccare la bozza o quantomeno di annacquarne il contenuto.

Se mercoledì la proposta sarà approvata dal Parlamento, mancherà solo l’ok del Consiglio per farla entrare in vigore: trattandosi di un regolamento (e non di una direttiva) il suo contenuto diventerebbe immediatamente vincolante in tutti gli Stati membri. Per questo, come denuncia l’eurodeputata del M5s Maria Angela Danzì, nei giorni scorsi a Bruxelles le pressioni delle lobby “hanno superato il limite“: gli eletti vengono avvicinati a ogni passo da portavoce delle industrie, nonostante (almeno in teoria) gli incontri con i portatori di interesse debbano essere programmati e comunicati in un apposito registro. “Questi avvicinamenti non possono essere un modo per aggirare le regole. Chiederemo dunque alla presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola di intervenire e ci auguriamo che sia stata già aperta un’indagine interna, per fare piena luce su queste attività”, scrive Danzì in una nota.

Non solo: nella notte tra mercoledì e giovedì, appesi alle maniglie delle porte degli uffici dei deputati (e dei loro assistenti) sono comparsi oltre 1.500 cartoncini pro-imballaggi monouso, raffiguranti uomini, donne e bambini di bella presenza intenti a sorseggiare un coffee to go o a gustare una sana insalata da una ciotola in plastica. Con questo messaggio: “Parlamentari europei, salvate il nostro cibo da asporto! Il PPWR (Proposal on packaging and packaging waste, proposta sugli imballaggi e rifiuti da imballaggi, ndr) farà sparire il takeaway a partire dal 2035″, l’anno in cui dovrebbero essere raggiunti i target più ambiziosi. “Trovo assurdo che appena dieci giorni fa i deputati europei che manifestavano chiedendo il cessate il fuoco a Gaza venivano fotografati dalla sicurezza del Parlamento Europeo e oggi nessuno sa chi e come abbia diffuso volantini faziosi e di parte all’interno delle istituzioni”, attacca Danzì. E conclude: “Come deputati del Movimento 5 stelle noi facciamo l’interesse della nazione e dei cittadini italiani ed europei e, in questo caso, nella nostra scelta di voto rappresentiamo anche gli interessi delle associazioni delle persone che soffrono di malattie respiratorie e delle cosiddette Mamme No Pfas. Siamo i pubblici funzionari della nazione ed è nostro dovere rappresentare l’interesse generale”.

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