La Commissione europea difende la proposta di regolamento sugli imballaggi. E risponde al parere negativo espresso dalla Camera dei deputati, a giugno 2023, sulla scia di quanto fatto anche dal Senato. “La proposta mira a rimanere materialmente e tecnologicamente neutrale e non intende sostituire le soluzioni tecnologiche esistenti con altre. Tuttavia, data la crescita continua, passata e prevista, dei rifiuti di imballaggio nell’Unione europea, sono necessarie misure per affrontare questo problema, che vadano oltre il riciclaggio” scrive Stella Kyriakidou, Commissaria alla Salute e sicurezza alimentare, a Lorenzo Fontana, presidente della Camera. E aggiunge: “Anche attuando le misure proposte per ridurre i rifiuti di imballaggio, si prevede che aumenteranno del 19% entro il 2030. Le infrastrutture disponibili, anche in Italia, non saranno sufficienti a trattarli tutti”. Si consuma così l’ennesimo botta e risposta su un tema molto caldo per la Penisola, tanto che quando la proposta è stata presentata, a novembre 2022, in conferenza stampa l’ormai ex vice presidente dell’organo esecutivo della Ue e responsabile del Green Deal, Frans Timmermans, ha voluto rivolgersi direttamente all’Italia, facendo intendere da quale Paese fossero arrivate le pressioni maggiori.

Il documento della Camera dei deputati – Di fatto, ad aprile 2023, la Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato ha approvato, con i voti contrari dell’opposizione, una risoluzione che bocciava la proposta di regolamento. E a giugno, le commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno espresso anche loro una valutazione negativa (mentre sono positive le due proposte alternative di valutazione del Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra) chiedendo, tra le altre cose, di ricorrere a una direttiva invece che a un regolamento, oppure di introdurre nel testo misure di flessibilità. Per i deputati “l’intervento normativo prospettato” è “incentrato sul riutilizzo degli imballaggi a scapito del loro riciclo”, ma in realtà la Commissione Ue ha già chiarito che una strada non esclude l’altra. “Riciclo e riutilizzo non sono in competizione”, anche se “non tutte le pratiche di riciclo funzionano veramente bene” e “il riutilizzo ha benefici ambientali maggiori del monouso” aveva spiegato Bruxelles. Tuttavia, nel documento approvato dalle Commissioni della Camera si scriveva: “Non si chiarisce per quali ragioni gli Stati membri che già registrano elevati tassi di riciclo dovrebbero mutare completamente l’approccio sinora seguito con successo”.

La risposta della Commissione Ue – Nella sua risposta, Stella Kyriakidou ribadisce il concetto. “La proposta di regolamento mira a migliorare e sostenere ulteriormente il riciclaggio e, a tal fine, affronta gli ostacoli alla circolarità degli imballaggi, come le caratteristiche di progettazione che lo ostacolano. Di conseguenza – scrive – si prevede che ancora più rifiuti di imballaggio diventeranno disponibili per il riciclaggio, il che significa che sarà pienamente garantito il ritorno sugli investimenti effettuati nelle infrastrutture”. Per quanto riguarda la possibilità di mantenere la forma giuridica di una direttiva, la Commissione ritiene, invece, che il cambiamento dello strumento giuridico, con obblighi applicabili allo stesso modo e direttamente a tutti gli operatori economici, “sia necessario per soddisfare gli obiettivi della proposta”, ossia “preservare il mercato interno degli imballaggi garantendo al contempo imballaggi più sostenibili”.

Sicurezza alimentare, sprechi, ciclo di vita – La Commissione rassicura la Camera dei Deputati anche riguardo alle preoccupazioni circa l’impatto della proposta sulla sicurezza alimentare e sugli sprechi alimentari: “L’uso degli imballaggi generalmente non aumenta la durata di conservazione dei prodotti e ha un ruolo minore nella prevenzione degli sprechi alimentari, ad eccezione degli articoli fragili. Per questo motivo, le restrizioni proposte sugli imballaggi monouso per frutta e verdura fresca non si applicano a prodotti così delicati”. E anche se la Commissione prende atto della posizione della Camera dei Deputati secondo cui gli impatti delle misure proposte e degli obiettivi sul riutilizzo non sono stati adeguatamente valutati, sottolinea che “la metodologia applicata nella valutazione d’impatto che accompagna la proposta si basa sui principi dell’impronta ambientale”. E spiega: “Anche se alcune recenti analisi del ciclo di vita commissionate dall’industria mettono in discussione in particolare gli obiettivi di riutilizzo e i divieti sugli imballaggi monouso, numerosi altri studi indipendenti disponibili supportano queste misure”. Per la Commissione le misure proposte “che armonizzano alcuni requisiti relativi alla responsabilità estesa del produttore” non aumenterebbero l’onere per le imprese.

Deposito su cauzione e nodo compostabili – Nessuna marcia indietro neppure sui sistemi di deposito e restituzione. “Si tratta di una delle principali misure abilitanti per raggiungere gli obiettivi della proposta. Attualmente, una grande percentuale di bottiglie di plastica e lattine di metallo finisce incenerita, messa in discarica o addirittura abbandonata”. Si tratta di materiali di scarto di imballaggio di alto valore, che possono essere riutilizzati negli imballaggi, se i sistemi di raccolta ne garantiscono la sufficiente purezza. Senza considerare che la proposta introduce anche la possibilità che gli Stati membri possano non rispettare tale obbligo, qualora raggiungano un tasso elevato di raccolta. Per i deputati della maggioranza, l’applicazione della normativa proposta avrebbe un impatto fortemente negativo e paradossale sull’Italia “che ha sviluppato un sistema di trattamento dei rifiuti da imballaggio in grado di conseguire, con molti anni di anticipo, gli obiettivi europei di riciclo fissati per il 2025 e per il 2030 e che opera su tutti i materiali di imballaggio, compresi i rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile raccolti assieme all’umido domestico”. E su cui, però, invitano a una riflessione non solo l’indagine di Greenpeace, pubblicata in anteprima su ilfattoquotidiano.it nell’ambito della campagna ‘Carrelli di plastica’, ma le stesse parole della Commissione Ue. In particolare di Timmermans e del commissario all’Ambiente Virginijus Sinkevičius: “La plastica compostabile va bene solo se è un bene per l’ambiente e va specificato quella che necessita di impianti industriali. Le plastiche biodegradabili non sono una licenza per sporcare”.

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