Il governo italiano ha provato fino alla fine a bloccarlo, ma il nuovo regolamento sugli imballaggi prosegue il suo iter, sostanzialmente come se l’era immaginato Bruxelles un anno fa. Come vuole la stragrande maggioranza dei Paesi europei, come non avrebbe voluto il Governo Meloni. La Commissione per l’Ambiente e la sicurezza alimentare (Envi) del Parlamento Europeo ha approvato con 56 sì, 23 voti contrari e 5 astenuti la relazione che rappresenta la sua posizione sul nuovo regolamento proposto dalla Commissione Ue a novembre 2022 e che andrà a sostituire la direttiva del 1994, poi modificata nel 2018. Sono stati 2741 gli emendamenti depositati da maggio scorso. Alla fine solo trentacinque sono andati al voto, tra quelli di compromesso (piuttosto vicini alla posizione della Commissione Ue) firmati dalla relatrice della bozza, l’eurodeputata liberale belga Frederique Ries (Renew Europe), quelli alternativi proposti dal Partito Popolare europeo e conservatori di Ecr e da Verdi e S&D. Una volta approvati un paio di emendamenti cruciali della Ries, però, la stragrande maggioranza delle altre proposte di modifica è automaticamente decaduta. C’era molta attesa, in particolare, per i testi sul divieto di alcuni imballaggi monouso e sul riutilizzo dei contenitori con obiettivi minimi per le aziende. Tanto che, riguardo a quest’ultimo, in aula c’è stato un applauso dopo l’approvazione dell’emendamento di compromesso della Reis. Non sono passati per una manciata di voti, invece, quelli alternativi firmati da Ppe (che si è spaccato al suo interno) ed Ecr, che avrebbero cancellato sia i target di riuso e ricarica a suon di deroghe, sia i divieti per gli imballaggi monouso. La Commissione Envi, titolare del dossier, ha quindi detto la sua su quale dovrebbe essere la posizione del Parlamento Ue, alla quale si arriverà in plenaria, probabilmente a novembre. Poi partirà il trilogo con Commissione Ue e Consiglio Ue. Qui, la presidenza spagnola punta a raggiungere un accordo tra i ministri entro dicembre.

Ne esce sconfitta l’Italia, sugli imballaggi sempre più isolata – Per capire che clima si è respirato in commissione Ambiente, basti pensare che dei sei co-relatori del testo, tre sono italiani: Pietro Fiocchi (FdI, quindi in Ecr), Massimiliano Salini (Fi, quindi Ppe) e Silvia Sardone (Lega, quindi del gruppo di estrema destra Identità e democrazia). La relatrice Frederique Ries ha dovuto mediare per ridurre a meno di 30 emendamenti, all’inizio accogliendo anche alcune deroghe. Come ha fatto notare lo stesso presidente della commissione, Pascal Canfin (Renew), “tutti i negoziatori italiani sono membri di partiti di governo”. Emblematiche le parole delle europarlamentari della Lega Silvia Sardone (relatrice ombra del provvedimento), Gianna Gancia e Annalisa Tardino che, dopo il voto, tornano sulla posizione espressa più volte dal Governo italiano, secondo cui il regolamento favorirebbe il riuso a svantaggio del riciclo. Visione molto diversa da quella diffusa in Unione europea. “Nonostante la forte contrarietà di Lega e tutto il centrodestra – commentano le europarlamentari – la Commissione Ambiente del Parlamento Ue ha dato l’ok al regolamento imballaggi che, come denunciamo da mesi, avrà pesanti ripercussioni sull’economia italiana mettendo in crisi la filiera del packaging e del riciclo dei materiali”. E accusano la maggioranza di sinistra di aver portato avanti “senza ripensamenti, un provvedimento che rappresenta un grave danno per il nostro Paese”. Per la Lega “questa nuova normativa butta via anni e anni di investimenti nel settore del riciclo che hanno posto il nostro Paese all’avanguardia”. D’altronde l’esito del voto era stato definito “incerto” dallo stesso Canfin. Perché era chiaro che avrebbero pesato non solo le appartenenze politiche, ma anche le logiche nazionali. Prova ne sia il fatto che il Ppe si sia diviso nel voto finale sul regolamento imballaggi: 12 componenti popolari della commissione Ambiente hanno votato a favore, mentre nove non hanno dato sostegno al resto del gruppo. Tra questi, sei (tra cui gli italiani) hanno votato contro e tre si sono astenuti.

Il punto più critico – La discussione delle ultime settimane si era particolarmente incentrata su un emendamento di Popolari e Ecr con cui si chiedeva una deroga all’articolo 26 del regolamento proposto dalla Commissione Ue, che definisce gli obiettivi di riuso per ogni singolo settore. Si chiedeva di esentare gli operatori economici con un alto tasso di raccolta differenziata superiore all’85% in peso dagli obblighi di riutilizzo degli imballaggi immessi sul mercato nel territorio dello Stato membro in cui operano negli anni 2026 e 2027. Una deroga che avrebbe indebolito moltissimo il testo di Bruxelles, riproponendo il dualismo tra riuso e riciclo e che, in un primo momento, aveva trovato spazio tra gli emendamenti della relatrice. Alla fine, però, il testo di compromesso di Ries ha mantenuto la natura della proposta originaria della Commissione europea, definendo gli obiettivi legalmente vincolanti di riuso e senza una condizione di esenzione.

Il testo approvato e le misure sulla plastica – Oltre agli obiettivi proposti nel regolamento, i deputati vogliono fissare obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040). Si propone, inoltre, di vietare la vendita di borse di plastica molto leggere (sotto i 15 micron), a meno che non siano necessarie per motivi igienici o fornite come imballaggio primario per alimenti sfusi per aiutare a prevenire gli sprechi alimentari. La parte in plastica dell’imballaggio dovrebbe contenere percentuali minime di contenuto riciclato a seconda del tipo di imballaggio, con obiettivi specifici fissati per il 2030 e il 2040. I paesi dell’Ue dovrebbero garantire che il 90% dei materiali contenuti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) venga raccolto separatamente entro il 2029. Entro la fine del 2025, inoltre, la Commissione dovrebbe valutare la possibilità di proporre obiettivi e criteri di sostenibilità per la plastica di origine biologica. Il testo propone, inoltre, di vietare l’uso delle cosiddette “sostanze chimiche per sempre” aggiunte intenzionalmente (Pfas, sostanze alchiliche per e polifluorurate) e del bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti. Queste sostanze sono ampiamente utilizzate per rendere ignifughi o impermeabilizzare gli imballaggi, in particolare gli imballaggi alimentari in carta e cartone, e sono state associate a una serie di effetti nocivi sulla salute.

Twitter: @luisianagaita

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