Sandro Tonali ha deciso di seguire la strada di Nicolò Fagioli e contribuire alle indagini sul caso scommesse: il centrocampista ex Milan martedì intorno alle ore 16 si è presentato in Procura a Torino e per oltre due ore ha parlato con la pm Manuela Pedrotta, titolare dell’inchiesta. Non solo, in mattinata è stato interrogato anche dal procuratore federale Giuseppe Chinè, di fatto autodenunciandosi alla giustizia sportiva come il suo collega della Juventus. C’è però un dettaglio, rivelato dalla Gazzetta dello Sport, che potrebbe aggravare la posizione di Tonali: il 23enne oggi al Newcastle ha scommesso anche sulle partite del suo Milan, scrive il quotidiano sportivo.

L’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva vieta ai giocatori di scommetter sul calcio e prevede una squalifica minima di tre anni (riducibile, come nel caso di Fagioli, in caso di patteggiamento e collaborazione fattiva). C’è un altro articolo, il 30, che invece riguarda chi compie “atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione”. E che prevede l’inibizione o una squalifica non inferiore ai quattro anni. Non sarebbe questo il caso di Tonali, stando a quanto ha raccontato ai pm: il centrocampista finché era in rossonero avrebbe puntato sempre sulla vittoria del Milan, quando era lui in campo. Su altri risultati se non era presente. Insomma, nulla che possa portare a un’alterazione del risultato e quindi all’illecito sportivo.

Ovviamente la sua versione andrà verificata: la procura di Torino ha accettato di ascoltare Tonali il prima possibile, nonostante non abbia ancora completato l’analisi del suo cellullare. Se dai riscontri dovesse emergere qualcosa di nuovo, il calciatore sarà risentito. Tonali spero appunto di ripetere il percorso intrapreso da Fagioli: collaborazione, patteggiamento rapido e una squalifica che lo tenga fermo solo per questa stagione, senza pregiudicare il resto della carriera. L’ex Milan ha parlato della sua ludopatia e quindi potrebbe beneficiare delle “prescrizioni alternative” già concesso al bianconero. Il fatto di aver scommesso sul Milan quando era in rossonero, costituisce però in ogni caso un’aggravante.

La Procura di Torino ha interrogato Tonali, dopo averlo fatto con Fagioli già il 23 giugno scorso, per raccogliere informazioni utili su quello che è il cuore dell’inchiesta: capire chi sono i soggetti che gestiscono le piattaforme illecite per le scommesse online, utilizzate dalla criminalità organizzata per riciclare denaro. Nell’interrogatorio citato del centrocampista bianconero, però, Fagioli a un certo punto parla anche di scommesse su falli e cartellini. “È vero che esistono”, dice ai pm. E ancora: “È vero che a me è stato proposto, ma io assolutamente non ho accettato perché contrario alla mia etica. E comunque sarei stato scoperto subito, perché esistono dei controlli e delle segnalazioni rispetto a dei picchi di scommesse”. Perché Fagioli parla delle scommesse sui cartellini? Qual è il sospetto della Procura? L’inchiesta ha dovuto subire un’accelerazione dopo le rilevazioni di Fabrizio Corona, ma al di là dell’avanspettacolo il lavoro dei pm non è ancora terminato.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Benzema accusato dal ministro dell’Interno francese: “Ha legami con un’organizzazione terroristica”

next
Articolo Successivo

Euro2024, l’Italia si qualifica se… quali risultati servono contro Macedonia e Ucraina

next