Lo scandalo scommesse è destinato a coinvolgere altre figure nel mondo del calcio. L’inchiesta condotta a Torino dalla sostituta procuratrice Manuela Pedrotta (Dda), per ora non riguarda ipotesi di partite truccate, ma il betting su piattaforme illegali. Il nome di Nicolò Fagioli è spuntato per caso, ma dopo l’iscrizione nel registro degli indagati e l’autodenuncia alla Procura federale, dall’analisi del cellulare del centrocampista della Juventus sono emersi altri nomi. Innanzitutto quelli di Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali, che Fabrizio Corona su Dillinger News ha rivelato per primo, costringendo gli inquirenti ad accelerare e presentarsi giovedì a Coverciano per notificare gli avvisi di garanzia ai due calciatori. Sarà l’analisi delle copie forensi dei telefonini di Tonali e Zaniolo uno dei prossimi passaggi dell’inchiesta. I loro nomi sono stati fatti ieri da Fabrizio Corona anche nel corso di un’audizione che si è svolta in questura a Milano: una circostanza che incuriosisce gli inquirenti, scrive l’Ansa, è l’identità della misteriosa fonte del fotografo. Anche perché, scrivono La Stampa e Repubblica, nelle chat Fagioli parla anche con altri calciatori, circa una decina, compreso un suo compagno alla Juventus. Mentre Corona ha annunciato che farà il nome di un altro calciatore coinvolto: gioca nella Roma.

Il fascicolo della pm Pedrotta della Direzione distrettuale Antimafia di Torino era stato aperto per indagare su un gruppo criminale che gestiva un sito di scommesse illegale. Gli inquirenti sono arrivati a un’agenzia Eurobet di Torino dove avvenivano anche le scommesse illegali e nella “contabilità” dei server sommersi è spuntato anche il nome del calciatore Fagioli. Il 22enne bianconero finisce nel registro degli indagati: esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa, lo stesso reato ora contestato anche a Zaniolo. La fattispecie contestata è quella prevista all’art. 4 della legge 401 del 1989: appunto scommesse su piattaforme illegali, che non hanno una concessione italiana. È punibile con un’ammenda fino a 516 euro.

Gli atti su Fagioli però in estate vengono inviati anche alla Procura Figc, che apre un suo procedimento: un tesserato infatti non può scommettere su eventi che riguardano il suo sport, in questo caso il calcio. L’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva afferma infatti il divieto “ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa”.

Fagioli si autodenuncia e collabora sia con la Procura di Torino che con quella Figc. Dall’analisi del suo cellulare si apre il vaso di Pandora: nelle chat ci sono messaggi con altri calciatori in cui si parla di betting. Scrive Repubblica che Tonali avrebbe scommesso sulla piattaforma worldgame365.me, mentre Zaniolo su Evoz9.fx-gaming.net. Sono siti illegali solitamente utilizzati dalla criminalità organizzata per riciclare denaro: l’importante non è vincere tanto, ma ottenere soldi puliti. Per questo l’indagine parte dalla Dda. Ma le piattaforme che garantiscono l’anonimato possono essere anche un buon sistema per chi non può scommettere, come i calciatori sulle partite di pallone. L’inchiesta era ancora in corso, le notizie divulgate da Corona avrebbero portato a un’accelerazione. Ma siamo solamente al primo capitolo.

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