“Ho sentito il rumore del bus che si è schiantato. Un mio amico mi ha detto ‘è il terremoto’. Ma non poteva essere. Un altro mio amico ha aperto la finestra e abbiamo visto il pubblico. Sono andato sul posto e la prima persona che ho visto è stata una donna con una bambina che in inglese ci diceva ‘mia figlia, mia figlia’. Ho tirato fuori la bambina e la madre”. Inizia così il racconto di uno dei primi soccorritori, l’operaio ghanese Abubacar Touré, che nella serata di martedì 3 ottobre è intervenuto per prestare soccorso nel terribile incidente avvenuto a Mestre, dove un pullman è precipitato da un cavalcavia causando la morte di 21 persone. “Poi sono arrivati i carabinieri e i vigili del fuoco – continua – Quando i pompieri hanno spento le fiamme sono riuscito a tirare fuori anche un cane”. “Se stanotte ho dormito? No, non ci sono riuscito”.

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Incidente di Mestre, i medici: “I pazienti chiedono dei loro parenti, c’erano intere famiglie”

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Incidente Mestre, “serve una perizia sul guardrail”: le parole del procuratore sullo stato della struttura e il varco di servizio

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