La ripresa del mercato dell’auto italiano, iniziata nell’agosto dello scorso anno, continua. A settembre, infatti, sono state immatricolate 136.283 auto nuove, ovvero il 22,8% in più rispetto allo stesso mese del 2022. Un dato che porta le vendite nei primi nove mesi dell’anno a quota 1.176.882 milioni, in crescita del 20,6% in rapporto allo stesso periodo del 2022.

I numeri sono frutto della buona performance del canale privati (+22.7% a settembre, +11,7% nei nove mesi e quota del 55%), di quello delle aziende (+58,6% a settembre, +28,6% nei nove mesi con quota del 14,4%), e di quello del noleggio (+3,7% a settembre, +35,3%nei nove mesi con quota del 30,1%).

Secondo il Centro Studi Promotor, tuttavia, bisogna mantenere alta la guardia. Perché rispetto all’ultimo periodo pre-covid (gennaio-settembre 2019) manca ancora all’appello il 19,8% delle immatricolazioni, come spiega il presidente di CSP Gian Primo Quagliano: “il ritorno alla normalità del mercato dell’auto è ancora ostacolato dalle ripercussioni della pandemia e della guerra in Ucraina ed, in particolare, dai forti incrementi dei prezzi e dal permanere di carenza di auto da consegnare rispondenti alle richieste di una parte importante del pubblico. D’altra parte, va anche segnalato che il volume di immatricolazioni ottenuto in settembre e nel periodo gennaio-settembre è dovuto in misura non trascurabile alle autoimmatricolazioni, cioè alle immatricolazioni ai concessionari di auto nuove da destinare al mercato dell’usato con chilometri zero per essere vendute al cliente finale nei mesi successivi all’immatricolazione. In particolare, le autoimmatricolazioni in settembre sono state 17.200, mentre nel periodo gennaio-agosto sono state 99.286″.

Torniamo ai numeri e alle risultanze del mercato. Per quanto riguarda le alimentazioni, a fronte del progresso di benzina (con il diesel il leggero calo), Gpl e ibride non ricaricabili, c’è ancora una volta da registrare la difficoltà dell’elettrone nel nostro Paese. Il mese scorso sono state vendute 4.955 auto elettriche, il 2,3% in meno rispetto a settembre 2022 (con quota di mercato del 3,6%), mentre da gennaio a settembre sono state 45.790, con una market share del 3,9%. Un pò meglio è andata alle plug-in, ovvero le ibride ricaricabili alla spina: +24,4% a settembre (5.543 immatricolazioni), con una quota di mercato nei primi nove mesi del 4%.

“Come già stiamo assistendo da alcuni mesi, la raccolta degli ordini, soprattutto di veicoli a basse emissioni, è in contrazione poiché l’elettrificazione dei veicoli, come noto, sta incontrando molti ostacoli, fra tutti economici e infrastrutturali. La stasi sul fronte della domanda privata green, è per effetto dell’indecisione negli acquisti da parte delle famiglie, della crescita dei prezzi finali e dell’indebolimento dei redditi reali”, ha commentato il presidente di Federauto (la federazione dei concessionari auto) Adolfo De Stefani Cosentino.

Secondo il numero uno dell’Unrae (associazione che raccoglie i costruttori stranieri operanti in Italia) Michele Crisci, “diventa sempre più urgente un piano puntuale e chiaro del Governo per determinare il percorso che l’Italia intende seguire nell’ottica della transizione green, rivedendo l’attuale sistema di incentivi per renderli più fruibili, maggiormente indirizzati ai target europei, utili ad un accelerato rinnovo del parco, destinati a tutte le imprese, rivedendo le regole e recuperando i residui del 2022 e quelli ormai quasi consolidati del 2023″. Va ricordato infatti che dei fondi statali messi complessivamente a disposizione per la transizione green, resta circa il 70% di quelli destinati all’acquisto di veicoli appartenenti alla fascia 0-20 g/Km di CO2 (auto elettriche) e il 90% di quelli destinati alla fascia 21-60 g/Km di CO2 (auto ibride plug-in).

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