Questa vicenda è stata rilanciata pochi anni fa dall’ex senatore Carlo Giovanardi, componente della Commissione Moro tra il 2013 e il 2018. Il documento di Giovannone era ancora segreto, ma a disposizione dei parlamentari della commissione che potevano prenderne visione. Giovanardi lesse il documento con le minacce palestinesi, ma nei suoi appunti scrisse che risaliva al 16 giugno 1980, retrodatandolo di un anno. L’errore portò Giovanardi a collegare le minacce di attentato alla strage di Ustica del 27 giugno ’80 e a quella di Bologna del 2 agosto ’80. Ma quel documento con gli ultimatum palestinesi risaliva a quasi un anno dopo, quando il Dc9 dell’Itavia era già stato abbattuto e alla stazione del capoluogo emiliano erano già state trucidate 85 persone.

Sulla pista palestinese la procura di Bologna ha lungamente indagato fino a raggiungere una archiviazione nel febbraio del 2015. Il giudice per le indagini preliminari di Bologna, Bruno Giangiacomo, archiviando l’inchiesta a carico degli ex terroristi tedeschi, Thomas Kram e Margot Christha Frohlich, spiegava che l’esplosivo usato alla stazione di Bologna era incompatibile con quelli usati all’epoca dai palestinesi. Nell’archiviazione era stata analizzata anche la testimonianza di Ilich Ramírez Sánchez, meglio noto come “Carlos lo Sciacallo“, terrorista e mercenario venezuelano, che aveva lavorato coi palestinesi del Fplp e che nel 2014 aveva scritto una misteriosa lettera in cui sosteneva l’innocenza di Mambro e Fioravanti. Per i sostenitori della pista palestinese il presunto legame di Carlos (e di conseguenza del Fplp) con la strage era la presenza a Bologna, il 2 agosto dell’80, di Margot Frohlich, terrorista dell’organizzazione Separat, lo stesso gruppo di Sánchez. A raccontare di quella presenza in città era solo ed esclusivamente un cameriere di un hotel di Bologna, con problemi psichiatrici e da tutti ritenuto inattendibile. Il cameriere giurò infatti di avere visto la Frohlich a Bologna il 2 agosto andare verso la stazione con una grossa valigia e tornare euforica dopo l’esplosione.

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