“L’affollamento in carcere in estate ancora più drammatico per i pochi spazi e con una riduzione significativa delle attività organizzate. L’anno scorso in agosto ci sono stati 15 suicidi. Quest’anno da inizio anno ce ne sono stati 39 tra cui uno drammatico avvenuto nel carcere di Pescara, un ragazzo marocchino, testimone delle violenze di Santa Maria Capua Vetere si è dato fuoco”. A lanciare l’allarme sulla difficile estate nelle carceri è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. Parlando dalla sede dell’associazione, a Roma, Gonnella sottolinea: “Il caldo non è una calamità naturale è qualcosa che si può prevedere e fronteggiare invece ogni estate mancano ventilatori, mancano sezioni frigo, manca l’acqua per rinfrescarsi e bere a sufficienza, non in tutte le celle c’è la doccia per lavarsi e mantenere le condizioni igieniche”. Il rischio, con gli operatori in ferie, è che “si produca una dispersione di contatti con i detenuti” molti dei quali “dovranno gestire in solitudine la loro disperazione”. Per questo l’appello dell’associazione è chiaro: “Cerchiamo di fare due cose immediatamente per ridurre il rischio suicidio: diamo possibilità ai detenuti di telefonare quotidianamente ai loro cari, tranne nei casi in cui ci siano ragioni di sicurezza ostative, e riempiamo di attività le carceri. Così la persona non sarà chiusa in se stessa e nella cella”.

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