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Ultimo aggiornamento: 15:20 del 26 Luglio 2023

Gomez a La7: “Per i politici Santanchè si dovrà dimettere in caso di rinvio a giudizio. È paradossale, demandano sempre ai giudici”

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“La cosa paradossale di oggi è che si dice: Daniela Santanchè si salverà ma, se ci sarà un rinvio a giudizio, si dovrà dimettere. Ma allora siete voi politici a dire che i giudici devono comandare. Fate un salto più in alto”. Così a L’aria che tira (La7) Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e di Fq Millennium, in riferimento al caso Santanchè, stigmatizza la consolidata tradizione della politica italiana di demandare alla magistratura la selezione delle sue classi dirigenti.

Nel commentare la vicenda della ministra del Turismo, per la quale l’Aula del Senato ha respinto la mozione di sfiducia individuale presentata dal M5s, Gomez cita l’art. 54 della Costituzione (“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore“). E sottolinea: “A questo punto, gli italiani si chiedono cosa significhi quell’articolo della Costituzione, da cui discende tutto un ragionamento che possiamo fare con opinioni diverse rispetto non alle vicende giudiziarie della ministra, che dovranno risolversi nelle aule di tribunale, ma rispetto a comportamenti che, ad avviso di molti italiani, sono incompatibili con la parola ‘onore’“.

Circa la nuova autodifesa di Santanchè (“I fatti non riguardano la mia attività di ministro“), Gomez osserva: “Dal mio punto di vista, Santanchè ciurla un po’ nel manico. È vero che i fatti relativi alla società Visibilia sono tutte questioni che non riguardano la sua attività di ministro, ma se per uscire da questa situazione e per non fallire Santanchè ha impegnato la propria casa e dovrà restituire 90mila euro al mese, è legittimo che un cittadino, sapendo che lei non è miliardaria, si chieda dove prenderà quei 90mila euro al mese mentre fa il ministro. È una domanda legittima”.

E aggiunge: “In modo altrettanto legittimo i cittadini possono essere interessati non a quello che diranno i giudici ma a quello che affermano i dipendenti di Santanchè, i quali o mentono o dicono la verità. Loro hanno smentito quanto ha più volte affermato Santanchè sulla cassa integrazione. Ci sono state anche cause di lavoro per il mancato pagamento di alcune prebende. E questo ha a che fare un problema di disciplina e onore, non con le inchieste giudiziarie”.

Il direttore del Fatto online conclude: “Le notizie che noi spesso assumiamo su chi ha l’onore e l’onere di essere un politico non provengono necessariamente da inchieste giudiziarie, ma possono arrivare da inchieste giornalistiche o da dichiarazioni dei cittadini o da filmati. E sulla base di questi fatti, che non hanno nulla a che vedere con la colpevolezza o l’innocenza di Santanchè, la politica dovrebbe selezionare le proprie classi dirigenti. E invece demanda tutto alla magistratura“.

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