Guai a dire che gli appalti milionari del Ponte sullo Stretto, grande obiettivo del governo, possa attirare gli appetiti delle mafie. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini infatti rifiuta l’idea a tal punto che è arrivato ad attaccare don Luigi Ciotti, il fondatore e presidente di Libera, il cui impegno contro la criminalità organizzata va avanti da trent’anni. Salvini lo ha chiamato “un signore in tonaca”. Cos’ha detto don Ciotti per meritarsi tali apprezzamenti dal vicepremier e leader della Lega: “Attenzione – ha detto il presidente di Libera a un’iniziativa a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria – C’è il rischio, poi si dovrà lottare sia ben chiaro, che il Ponte sullo stretto non unirà due coste, ma due cosche sicuramente sì”. Un concetto ripetuto mille volte da decine di esperti. Lo ha detto per esempio l’attuale presidente dell’Autorità Anticorruzione Giuseppe Busia, lo ha detto il suo predecessore Raffaele Cantone. All’allerta di don Ciotti il ministro Salvini ha deciso di rispondere così: “Mi ha fatto specie – ha detto – leggere le parole di un signore in tonaca che ha detto che questo ponte più che unire due coste unirà due cosche. Un’affermazione di un’ignoranza, una superficialità senza confini. È una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di italiani”. Il ponte sullo Stretto, continua il leader leghista, è “la più grande operazione antimafia dal Dopoguerra a oggi”. Salvini ha usato anche parole come “pessimo gusto” e “vergogna”. “Una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone perbene che meritano di lavorare, di studiare e di fare il pendolare di andare a farsi curare come tutti gli altri”. “Mi fa schifo – continua Salvini – che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche. Fino a che c’è qualcuno all’estero che dipinge l’Italia come mafia pizza e mandolino, fa schifo ma è all’estero. Se c’è qualche italiano che continua a dipingere l’Italia come mafia, pizza e mandolino, se espatria fa un favore a tutti”. Un fiume in piena, insomma.

In questa polemica Salvini è seguito solo da qualche leghista. Don Ciotti, dalla sua, è difeso da Pd, M5s e Verdi-Sinistra. Per il segretario della Cgil Maurizio Landini l’attacco di Salvini a don Ciotti “prendere di mira uno degli esponenti più importanti della lotta alle mafie qualifica chi sferra l’attacco: il ministro, stavolta, ha superato se stesso”. “Non è nascondendo la polvere sotto il tappeto – prosegue il leader della Cgil – che si governa un Paese che purtroppo continua ad essere vittima di un sistema criminale ancora forte, come dimostrano anche i recenti arresti in Calabria. Noi siamo grati e lottiamo al fianco di Don Ciotti per quello che fa quotidianamente, per la sua passione e il suo impegno a favore della promozione della cultura e della legalità. Tutti dovremmo esserlo nel rispetto della nostra Costituzione”.

Il caso suscita anche la reazione di alcune delle principali associazioni che collaborano con Libera. In una nota congiunta esprimono solidarietà e vicinanza a don Ciotti Anpi, Arci, Acli, Greenpeace, Legambiente e Wwf. “Estrapolare una frase dal contesto generale nel quale è stata pronunciata può, in talune circostanze, deviare il significato delle cose, fino a legarle a logiche e usi impropri – scrivono le ong -. Dopo aver ricostruito le circostanze per le quali il ministro Salvini ha duramente attaccato il presidente di Libera, appellandolo come un ‘signore in tonaca’ che mette insieme “cosche e coste”, offendendo milioni di cittadini calabresi e siciliani, esprimiamo la nostra piena solidarietà e il ringraziamento a don Luigi Ciotti per l’impegno instancabile che profonde nella lotta alle mafie e per l’affermazione della legalità”. Salvini, continua la nota, “prima di scagliarsi contro una persona a cui il Paese deve molto, avrebbe fatto bene a informarsi meglio sulle circostanze e il contesto in cui don Luigi ha pronunciato la frase che gli viene contestata. Ad essere ignoranti, volgari e superficiali sono le parole di un ministro della Repubblica, che ignorando il disastro delle mobilità nel Mezzogiorno, a partire dai ritardi drammatici della rete ferroviaria in Sicilia e Calabria, oltre all’emergenza climatica che devasta il Paese, rilancia con superficialità il progetto di un fantasmagorico e costosissimo Ponte sullo Stretto, usando toni volgari nei confronti di chi spende la sua vita contro le mafie, molto più concretamente di quanto abbia mai fatto Salvini nella sua carriera politica”.

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