Televisione

Mauro Corona: “De Luca? Mi fa pena, non bastono il cane che sta per affogare. Se avesse qualcosa sotto i pantaloni, lo sfiderei a duello”

di F. Q.

Gli insulti di De Luca? Tra poco finirà la sua carriera di politico e spero che gli diano una striscia comica di 5 minuti. Non capisco perché se la prenda con me, visto che l’ho sempre ammirato. Certo, come comico, nonostante Crozza sia superiore, perché De Luca come politico mi fa pena. Ma siccome sono un uomo buono e non bastono il cane che sta per affogare, lascio perdere quello che ha detto. Se fosse uno con qualcosa sotto i pantaloni, lo sfiderei a duello come quelli della sua terra usavano fare”. Così, ai microfoni di Uno, Nessuno, 100Milan (Radio24), lo scrittore Mauro Corona replica agli appellativi offensivi che il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha scodellato sul suo conto e su Bianca Berlinguer in occasione della presentazione ufficiale dei palinsesti Rai.

E aggiunge, menzionando il poeta e filosofo argentino Macedonio Fernández: “Lui definì il protagonista del romanzo di Hilario Ascasubi, “Aniceto il Gallo”, ‘un povero diavolo, un misto di buffone e filosofastro’. Ecco, questa definizione si attaglia perfettamente a De Luca. Tra l’altro, ha detto che sono un ‘capraio afghano’ e una ‘specie di cammelliere yemenita’. A parte che il capraio e il cammelliere sono figure nobili di lavoratori – continua – ma De Luca, pur non sapendo né leggere, né scrivere, conosce bene l’uso delle parole. Se mi avesse definito ‘pastore afghano’, sarebbe cambiato tutto, perché la parola ‘pastore’ è poetica, ma ‘capraio’ è un termine dispregiativo. Comunque, De Luca non durerà molto, quindi dategli una striscia come comico”.

Circa la decisione di Bianca Berlinguer di lasciare la Rai e di approdare a Rete 4, Mauro Corona annuncia che la seguirà: “Siccome Sancho Panza rimane sempre fedele a Don Chisciotte, il Sancho Panza di #cartabianca resta fedele alla sua “Don Chisciotta”. Cosa avrei fatto al suo posto? Istintivamente risponderei che sarei rimasto lì, perché la Rai è sempre la Rai e, in più, avevamo il nostro pubblico. Però – precisa – se ha fatto questa scelta, evidentemente non ne poteva più oppure ha subodorato qualcosa che non le sarebbe piaciuto. In ogni caso, l’idea di provare Rete 4 non mi dispiace, perché bisogna sempre cambiare, provare, osare, rischiare”.
E cita a riguardo Giusto Gervasutti, l’alpinista friulano definito “Il fortissimo” in epoca fascista: “Lui diceva: ‘Osa sempre e sarai simile a un Dio’. Poi finì in un crepaccio”.

Tra le risate dei conduttori, Alessandro Milan e Leonardo Manera, lo scrittore cambia allora citazione: “Dante diceva che ‘seggendo in piuma in fama non si vien, né sotto coltre’. Insomma, bisogna anche rischiare il posto, cercare la novità che può essere anche deleteria, ma è indubbio il fascino di chiedersi che cosa accadrà. Dai, sono 40 anni che Bianca Berlinguer era in Rai. Ovviamente a Rete 4 voglio la libertà di prima. Se non c’è, non firmo nessun contratto. Ma sono sicuro che ci sarà perché Piersilvio Berlusconi vuole aprirsi anche alle culture e alle teste di sinistra. Però se capisco che non c’è questa libertà, me ne vado”.

Finale riflessione tagliente di Corona sulla gaffe del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al Premio Strega: “Abbiamo quello che ci meritiamo, parliamo di gente con la coda di paglia, di funzionari che sono stati collocati lì dalla politica ma che non sanno né leggere, né scrivere. Questo qui ha diretto pure un telegiornale. Io lo incontrai una volta mentre era tutto incazzatissimo – rivela – e gridava contro di me accusandomi di non voler salvare il Pantheon. Ma perché non me lo mettete davanti questo ministro della Cultura, così discutiamo di cultura di qualsiasi tipo? Io avrei messo Sgarbi come ministro della Cultura, anche se poi ha detto delle stupidaggini. Ma come uomo di cultura, che sa di cultura e che potrebbe aiutare la cultura, io avrei visto solo Sgarbi”.

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