Dopo cinque anni di scioperi, manifestazioni e proteste, approda in commissione comunale la vertenza dei lavoratori portuali che da tempo si oppongono al transito delle armi dal Porto di Genova verso scenari di guerra, in particolare verso Yemen e Siria.

Erano attesi in Comune, il presidente dell’autorità portuale, Paolo Emilio Signorini, il Prefetto Renato Franceschelli e rappresentanti di guardia di finanza, polizia di stato e capitaneria di porto. Avrebbero avuto finalmente l’occasione, in una sede istituzionale, di rendere noto all’amministrazione e ai cittadini quale, inconsueta, interpretazione viene data a Genova della legge che vieta il transito di armi destinate a zone di guerra.

Eppure, malgrado i tre mesi di anticipo con cui è stato convocato in Commissione, il presidente dell’Autorità Portuale non ha ritenuto utile palesarsi né delegare a farlo una delle 20 figure dirigenziali della sua organizzazione, e come lui neanche la Prefettura è stata in grado di mandare qualcuno in sua rappresentanza. Così maggioranza e opposizione si sono trovati inaspettatamente uniti nel denunciare lo “sgarbo istituzionale”, con l’assessore al porto Francesco Maresca che si è fatto carico di riconvocare la commissione “sincerandosi personalmente” che si possa svolgere in regime di leale collaborazione tra istituzioni: “Come Comune non ci tiriamo mai indietro quando si tratta di collaborare con gli altri enti – ha detto in aula – ora credo sia importante vengano in commissione a rendere conto delle azioni di monitoraggio e controllo dei traffici portuali che mettono in campo in osservanza della Legge 185/90, anche perché non credo ci sia nulla da nascondere ed è importante chiarire anche gli aspetti legati alla sicurezza”.

A richiedere la convocazione della commissione dedicata il capogruppo (e segretario) del Pd Simone D’Angelo, Francesca Ghio della sinistra ambientalista e Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione). In attesa della ri-convocazione, nel pomeriggio di ieri sono stati ascoltati José Nivoi del Collettivo autonomo lavoratori portuali e sindacalista Usb mare e porti, Carlo Tombola dell’osservatorio sulle armi nei porti “Weapon watch“, Manuela Tealdo dell’Agenzia delle Dogane e Paolo Bensi di Amnesty International.

Articolo Precedente

L’autoregalo dei consiglieri della Puglia: ridarsi il bonus di fine mandato. La proposta (retroattiva) della maggioranza, M5s compreso

next
Articolo Successivo

Migranti, Meloni accoglie a Palazzo Chigi Emad Trabelsi, ministro libico che l’Onu accusa di traffico di esseri umani e torture

next