A sei mesi dalle politiche, la Spagna va alle urne per il rinnovo delle amministrazioni comunali in tutto il Paese. Si vota anche per scegliere i nuovi governi di 12 regioni, tra cui quella di Madrid, la Comunità Valenciana, le Baleari e le Canarie. Un doppio appuntamento potenzialmente cruciale anche in chiave nazionale. Diversi recenti sondaggi su scala nazionale danno il Pp in testa e il Psoe secondo, ma entrambi lontani dalla soglia della maggioranza assoluta in Parlamento. Nelle ultime settimane, sia Sánchez sia il leader popolare Alberto Núñez Feijóo si sono ampiamente spesi in prima persona per sedurre gli ultimi indecisi in vista del voto di oggi. Secondo un sondaggio flash del Centro per le ricerche sociologiche (organismo pubblico), alle comunali il Psoe viene invece dato nel complesso il primo partito con il (30,2%), il Pp secondo con il 27,9%, mentre Vox e Unidas Podemos sarebbero al terzo posto, entrambi con l’8%.

Una tornata importante per Sanchez – Diversi analisti ritengono questo test elettorale particolarmente significativo per il Partito Socialista del premier Pedro Sánchez, arrivato nel frattempo quasi a fine legislatura insieme ai partner di Unidas Podemos. Alle ultime elezioni comunali, quattro anni fa, la formazione del leader iberico fu la prima forza, con un vantaggio di circa 1,6 milioni di voti rispetto al Partito Popolare. Ma ora la distanza potrebbe essersi assottigliata sensibilmente, secondo sondaggi recenti. E tra socialisti e alleati (in alcuni casi formazioni locali di stampo progressista) il timore è che un eventuale asse post-elettorale tra i popolari e gli ultraconservatori di Vox possa strappare al centrosinistra il controllo di diverse piazze dall’alto valore specifico.

Le città principali – Va tenuto in conto che in Spagna non è previsto un doppio turno per le comunali (alle quali possono partecipare anche 66.845 italiani). Laddove nessuno raggiunga la maggioranza assoluta, i partiti in lizza hanno a disposizione circa 20 giorni per raggiungere accordi di coalizione; in caso contrario, viene eletto sindaco il numero uno della lista più votata. I giochi tra i due schieramenti politici appaiono ancora decisamente aperti a Valencia e Siviglia, dove non è escluso uno sgambetto da parte del centrodestra ai sindaci di centrosinistra in carica (rispettivamente, Joan Ribó e Antonio Muñoz). Anche il controllo del comune di Barcellona resta in bilico, benché con equilibri diversi tra le forze in campo: a contendersi il primo posto ci sono il Partito Socialista della Catalogna, dato in leggero vantaggio, gli indipendentisti di Junts per Catalunya e la lista di sinistra Barcelona En Comú, guidata dalla sindaca uscente Ada Colau. A Madrid, invece, parte in pole position l’attuale primo cittadino, il popolare José Luis Martínez Almeida, il quale potrebbe però aver bisogno del sostegno di altre liste (a partire dallo stesso Vox) per assicurarsi un secondo mandato.

Le amministrative – Quanto alle elezioni amministrative, gli occhi sono puntati soprattutto sulla regione di Madrid e sulla Comunità Valenciana, territori tra i più popolati del Paese e le cui dinamiche politiche spesso incidono fortemente su quelle nazionali. Nel primo caso, tutto lascia presagire un nuovo successo dell’attuale governatrice Isabel Díaz Ayuso, una delle principali figure del Pp, intenzionata a ottenere una maggioranza assoluta che le permetterebbe di non dover dipendere da intese con Vox per governare. Mentre nella regione di Valencia, la coalizione di centrosinistra al governo nell’ultima legislatura (con il socialista Ximo Puig come leader) e il centrodestra partono da una situazione di parità, secondo i pronostici della vigilia.

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