Venerdì 26 maggio è in programma uno sciopero nazionale indetto dall’Unione Sindacale di Base che coinvolgerà tutti i settori pubblici e privati, ad esclusione del trasporto aereo e della regione Emilia Romagna. Si rischiano problemi nei trasporti. L’Atm di Milano ha confermato che il servizio delle linee di superficie (bus, filobus e tram) e metropolitane sarà garantito nella fascia mattutina fino alle 8.45 e in quella pomeridiana dalle 15 alle 18. Circoleranno regolarmente le Frecce e gli Intercity di Trenitalia. Possibili solo “leggere modifiche al programma dei treni regionali”, secondo il gruppo.

Lo sciopero “rappresenta un passaggio importante per la ripresa delle rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici in Italia dentro un’economia di guerra, sia quella in Ucraina sia quella scatenata dal governo Meloni contro le fasce più povere e deboli”, si legge in una nota Usb che richiama l’attenzione sulla protesta. “Vogliamo rimettere al centro della discussione il salario rubato da 30 anni, l’orario di lavoro estenuante, le pensioni misere e i servizi pubblici allo sfacelo”, aggiunge il sindacato di base, che include nella mobilitazione anche ” i dipendenti dei settori del privato non soggetti alla 146/90 nelle zone dell’Emilia Romagna non colpite dell’alluvione”.

A scioperare sarà anche il comparto metalmeccanico delle Tlc: i lavoratori che aderiscono a Fim, Fiom e Uilm, incroceranno le braccia per otto ore e saranno in piazza a Roma per manifestare sotto il Ministero delle Imprese e del made In Italy. A ricordarlo è il sindacato Fim, che sottolinea che quello delle Tlc è un settore che complessivamente tra diretti e indotto in Italia occupa circa 200 mila lavoratori, di cui circa 25 mila sono metalmeccanici per lo più presenti nei grandi gruppi delle aziende del settore dell’impiantistica e della manutenzione delle reti: Sirti, Site, Comnet, Alpite, ecc.

L’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione del governo verso un settore che sta scontando una crisi strutturale nella sua intera filiera metalmeccanica collegata alle dinamiche distorte delle gare d’appalto e degli investimenti per la digitalizzazione del Paese. “Uno sciopero e una mobilitazione – dicono il segretario generale della Fim Roberto Benaglia e il segretario nazionale Valerio D’Alò -, che arriva dopo le mancate risposte da parte del governo alla richiesta di convocazione di un tavolo di settore, che ormai ha assunto la dimensione di una grande vertenza nazionale. Sono mesi che chiediamo di confrontarci con il governo per chiedere lo stop alla pratica delle gare a massimo ribasso, che determina una riduzione dei diritti dei lavoratori e rischio di infiltrazioni criminali negli appalti, ma anche una maggiore sicurezza del lavoro e dei dati, e delle clausole di salvaguardia speciale, oltre che un libro bianco per il settore delle Tlc“.

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