Il governo ha posto la questione di fiducia alla Camera sul decreto Bollette. Ad annunciarlo è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. La votazione per appello nominale si terrà domani, giovedì, dalle 14.30 (dichiarazioni di voto dalle 13). Il decreto Bollette è stato rimandato in commissione Affari sociali dopo che in Aula si era conclusa la discussione generale. La richiesta di rinvio è stata avanzata dalla stessa maggioranza dopo alcuni rilievi in particolare della commissione Bilancio e della Ragioneria di Stato (il Quirinale ha smentito un suo intervento). Sono quattro, in tutto, gli articoli sui quali si concentrano le obiezioni. Per due di essi vengono poste addirittura delle condizioni e dunque viene chiesta la modifica delle norme per mancanza di copertura. Si tratta della stabilizzazione dei ricercatori precari sanitari degli istituti di ricerca Ircss e Izs e dei finanziamenti dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare. Sono stati soppressi dalla commissione Finanze anche gli articoli che prevedevano 1 milione di euro in favore del Polo didattico dedicato alle vittime di Marcinelle, la possibilità riservata ai parlamentari di effettuare senza preavviso visite negli enti del Ssn e nelle strutture sanitarie pubbliche e la possibilità per Assoprevidenza di supportare gli investimenti dei fondi pensione nella capitalizzazione delle Pmi. “Un pasticcio enorme – commenta dall’opposizione Luana Zanella, di Alleanza Verdi Sinistra – L’articolo 16 bis del decreto Bollette che riguarda la stabilizzazione dei precari degli istituti di ricerca sanitari, cioè l’unica cosa buona di quel provvedimento, è senza copertura: è una vergogna per governo e maggioranza, questo è malgoverno”. Vale la pena ricordare che all’interno del decreto Bollette si trova anche uno scudo penale per gli evasori che, scoperti, pagano il dovuto. Un regalo che la maggioranza voleva inserire in manovra, salvo fare marcia indietro dopo la levata di scudi delle opposizioni.

Sui precari della ricerca trapela il nervosismo anche nella stessa maggioranza. Marco Osnato, presidente della commissione Finanze di Montecitorio, ricorda che la stabilizzazione dei precari degli istituti di ricerca sanitari era stata approvata all’unanimità dalle commissioni con un emendamento “sacrosanto” dice. “Oggi il governo ci chiede un temporaneo passo indietro che con molta fatica accettiamo – prosegue Osnato – ma non senza puntualizzare che l’impegno vincolante preso oggi dal governo stesso per approvarlo con le coperture tecnicamente più appropriate per noi è scolpito nella pietra poiché riguarda la vita e la salute degli italiani tutti oltre la vita e il futuro di centinaia di ricercatori in attesa mediamente da 13 anni ma con picchi di oltre 20. Il parlamento non può restare alla mercé di alcuni ministeri costruiti come ‘fortini’ stratificati negli anni scorsi. Questa maggioranza non può accettare che qualcuno pensi di detenere rendite di posizione a scapito della democrazia e del buongoverno”.

“In queste ore – rincara il Pd con Marco Furfaro, Ilenia Malavasi, Paolo Ciani, Gianni Girelli e Nico Stumpo – il governo ha cambiato idea e chiesto alla maggioranza di sopprimere l’emendamento, assumendosi una responsabilità gravissima. La destra ha così bocciato, in una commissione riconvocata ad hoc, la stabilizzazione del personale. La motivazione è che non ci sono risorse idonee ad assumere a tempo indeterminato il nuovo personale di ricerca sanitaria. Copertura che secondo noi c’era già e che comunque riguardava pochi milioni di euro. E’ una cosa imbarazzante e vergognosa, siamo di fronte ad un governo, ancora una volta, in totale confusione e che non fa mai l’interesse dei lavoratori e della sanità pubblica”.

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Nella foto in alto – Marco Osnato (Fdi) e Luana Zanella (Verdi-Sinistra)

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