“Mio marito è un mostro. Fino a due anni fa ha molestato sessualmente nostra figlia. È successo diverse volte… Mia figlia non gli voleva più parlare ed è per questo che non solo gli ha rovinato la vita, ma l’ha anche ammazzata”. Alla storia nerissima di Torremaggiore (Foggia), dove un panettiere 45enne ha ucciso a coltellate la figlia che aveva tentato di proteggere la madre dalla sua furia omicida, si aggiungono le dichiarazioni dal letto d’ospedale, a Foggia, di Tefta Malaj alla tv News 24 Albania. Il panettiere voleva ucciderla perché sospettava una relazione con un altro uomo, anche lui trucidato.

“Gessica – racconta – da due anni non comunicava col padre e se non l’ha denunciato è solo per non avere una brutta nomea: si sa com’è. Mio marito aveva pianificato tutto. Stavamo tutti quanti dormendo a quell’ora. Lui quella notte non lavorava, era di riposo a casa. Non ho sentito che usciva, poi l’ho visto rientrare. Ha preso il bambino, con il coltello lo voleva ammazzare. Io mi sono buttata per salvare il bambino. Il piccolo dormiva nel lettino attaccato al letto matrimoniale. Poi lui ha dato tanti colpi di coltello a me, non mi ricordo quanti. Faceva dei video mentre dava calci e pugnalate con il coltello. Mia figlia dormiva, ha sentito i rumori e si è alzata. Lui a nostra figlia non l’ha mai voluta”. Forse per è questo che Gessica gli si è scagliata contro ed è morta per proteggere la mamma dalla furia dell’uomo.ù

Dal racconto della donna emerge dunque che l’uomo avrebbe voluto uccidere il figlio ma, anche in base ai video, Taulant avrebbe invece consapevolmente risparmiato il piccolo. La versione della donna, infatti, contrasta con quella che il panettiere albanese Taulant Malaj ha fornito ierial giudice durante l’udienza di convalida del fermo e contrasta anche con le immagini che sono state prodotte in aula. “Non ha mai avuto un’attenzione violenta nei confronti del bambino, assolutamente no”, hanno precisato ai cronisti Michele Maiellaro e Giacomo Lattanzio, difensori del 45enne assassino reo confesso. A confermare – secondo la difesa – che Malaj non volesse far del male al piccolo ci sarebbero le immagini di quei momenti registrati dalle telecamere installate nella sua abitazione. Il video è stato mostrato oggi al giudice. Nel filmato si vedrebbe che il bambino non si era nascosto, come emerso in un primo momento. “Era lì – dicono i difensori – ha visto la scena”. Tefta intanto, dopo due giorni, ha potuto riabbracciare in ospedale il figlio. Appena l’ha rivisto, lo ha stretto a sé ed è scoppiata a piangere. Ad accompagnarlo nella stanza del reparto di Chirurgia del policlinico di Foggia è stata sua zia, la moglie del fratello di Taulant. Intanto il gip del tribunale di Foggia ha convalidato il fermo ed emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Oggi Tefta Malai sarà ascoltata dagli inquirenti e sarà conferito l’incarico per le autopsie sui cadaveri delle due vittime.

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