Per una madre e un padre a cui hanno assassinato un figlio o una figlia, le uniche consolazioni sono verità e giustizia: le quattro puntate della miniserie “Nel nome del figlio” che arrivano dal 9 maggio tutti i martedì in esclusiva su TvLoft, sono storie di genitori che non si sono mai arresi alla morte, avvenuta spesso in circostanze misteriose e poco chiare, dei loro figli.

I protagonisti della docu-serie sono madri e padri che non si sono mai rassegnati ad un lutto senza risposte, a un’archiviazione troppo frettolosa, a un processo senza colpevoli, alla continua ricerca della verità. Per raggiungere il loro scopo, queste famiglie si sono calate anche nei panni degli investigatori, non affidandosi solamente alle forze dell’ordine, studiando documenti legali, macinando chilometri e trascorrendo notti in bianco.

SENZA RESPIRO – racconterà forse il caso più eclatante, quello di Federico Aldrovandi. Attraverso testimonianze inedite in tv, tra cui quella del papà di Federico, Lino Aldrovandi, l’amico fraterno Andrea Boldrini, i giornalisti Marco Zavagli e Antonella Beccaria, ricostruiremo la tragica vicenda del diciottenne ferrarese deceduto il 25 settembre 2005 dopo un controllo della Polizia finito con una colluttazione e poi la morte.

MORTE DI UN PARÀ – È il 16 agosto del 1999 quando il corpo senza vita di Emanuele Scieri, allievo paracadutista di 26 anni, viene ritrovato ai piedi di una torretta nella caserma Gamerra di Pisa. I magistrati archiviano come suicidio, ma la famiglia non ci sta. Per la mamma e il fratello sono troppe le cose che non tornano, a partire dai gravi atti di nonnismo di cui Emanuele è stato vittima. Dopo 21 anni di indagini, depistaggi e silenzi, nell’autunno del 2021 si apre il processo per omicidio ai danni di tre ex militari della caserma pisana. In puntata, le testimonianze della mamma Isabella Guarino e del fratello di Emanuele, Francesco Scieri.

L’ORA DELLA VERITÀValentina Salamone muore il 24 luglio del 2010, a 19 anni. Viene ritrovata impiccata in una villetta di Adrano nel Catanese. Per questo la procura di Catania chiede l’archiviazione per suicidio, incontrando da subito l’opposizione di Nino e Pina, i genitori della ragazza. È grazie a loro che 11 anni dopo si scopre la verità: ad ammazzare Valentina è stato Nicola Mancuso, sposato e padre di tre figli che aveva una relazione segreta con Valentina. Una storia che ha deciso di troncare nel modo peggiore quando ha scoperto la gravidanza della ragazza. Il papà Nino Salamone e l’avvocato Dario Pastore, tra gli altri intervistati, cercano di far luce sulle incongruenze di questa triste storia.

GIUSTIZIA A TUTTI I COSTI – Sono le 18.30 quando i vigili del fuoco trovano, a Mola di Bari, il corpo semicarbonizzato di Bruna Bovino dentro al suo centro estetico. È stata ferita con 20 colpi di forbici, poi strangolata e data alle fiamme. Dopo quattro mesi di indagini, i carabinieri arrestano Antonio Colamonico, amante di Bruna, sposato e con un figlio. Contro di lui ci sono molti elementi, a partire dal DNA. Eppure, dopo la condanna in primo grado, Calamonico viene assolto in appello. Una decisione clamorosa che scatena la reazione disperata di Lilian, la madre della ragazza. È lei a battersi come un leone per ristabilire la verità sulla morte di Bruna. In quest’ultima puntata i racconti commossi della mamma , l’avvocato Filippo Spera, l’avvocato Nicola Quaranta e Antonio Procacci giornalista di Telenorba.

NEL NOME DEL FIGLIO è prodotto da Loft Produzioni per A+E Networks Italia. Gli autori sono Matteo Billi e Simone Manetti. La regia è di Simone Manetti.

Articolo Precedente

Scanzi ad Accordi&Disaccordi (Nove): “La Russa che insulta i giornalisti? Niente di nuovo, il problema ora è la carica che ricopre”

next