Dio non ha salvato la regina. La regina è morta. La morte è veramente una seccatura, in ogni senso, ma pare che sia necessaria. Ora tocca a Carlo III, il figlio devoto. Sono tendenzialmente anarchico, ma un anarchico radical chic, gentile e sensibile, contro Carlo III potrei gettare solo una piccola bomba, una bombetta, intesa come copricapo inglese. La regalità si trasmette come un corona/virus araldico e famigliare, non c’è niente da fare, povero Carlo, sarà costretto a fare il re, a togliere tempo ai suoi maiali di allevamento, per dedicarsi anima, corpo e regalità a una vita fatta di strette di mano, sorrisi e facezie con le alte personalità del globo o con le varie congregazioni e istituzioni di carità. Camilla, la sua amante-moglie, diventerà la regina consorte, se ci pensate è una cosa meravigliosa: Camilla ha sconfitto la maledizione di tutte quelle amanti che non riescono mai a raggiungere i propri scopi.

Lady D resta indimenticabile ovviamente, io e mio fratello abbiamo avuto l’onore di vederla dal vivo a Londra, eravamo da Harrods, un grande centro commerciale di lusso, Lady D ci passò accanto con la sua fresca eleganza naturale, indossava un vestito di lusso, diciamo che era in veste ufficiale, ma poi, usciti da Harrods, proprio nei pressi del centro commerciale, scorgemmo una donna in blue jeans, maglietta e scarpe da ginnastica, con un cappellino, dissi a mio fratello “Guarda quella bionda col cappellino, guarda che schianto e che pettorali!”, riconoscemmo Diana Spencer, vestita come una qualsiasi, mimetizzata tra la gente cosiddetta comune, si allontanò tra la folla, da sola, persa nei suoi pensieri personali, e mi piace ricordarla così, lontana da quel maledetto tunnel parigino, vittima di un gossip assassino.

Eppure il gossip sa essere anche delizioso, ci aiuta a dimenticare le nostre vite appese alla famigerata fine del mese, togliete il gossip dalle spiagge e dai parrucchieri e che cosa ci resta? Le solite bollette da pagare e la solita tristezza, senza alcun conforto illusorio. La stessa monarchia ormai è una tradizione fondata sul gossip, che è un altro modo, meno cruento di tagliare la testa al re o alla regina, Carlo III ha già fatto la fine di Carlo I decollato, quando venne intercettato in una conversazione intima con l’amante Camilla, il celebre “Vorrei essere il tuo Tampax”, in quel frangente Carlo perse proprio la testa e poi la faccia (cosa ben peggiore) davanti a tutti gli inglesi, un popolo vittorianamente ossessionato da un pudore ipocrita e dal terrore per l’imbarazzo, fu uno scandalo graziosamente impudico, “unto, consacrato e benedetto” da un famoso assorbente. John Dyden, un poeta inglese del XVII secolo, ha scritto che “L’amore è la più nobile debolezza dello spirito” e Carlo e Camilla mi sono simpatici proprio per questo, per questa loro debolezza così carnale, così intima e così umanamente passionale.

Del resto la chiesa anglicana nasce proprio per un capriccio amoroso di Enrico VIII, gli inglesi hanno “l’amore nel sangue” in ogni senso, vedi Tampax e uxoricidio. Devo farvi una innocente confessione: ho un debole per i castelli inglesi, i giardini inglesi, la caccia alla volpe (ma una volpe “meccanica”, così facciamo contenti gli animalisti), il polo e i maggiordomi, adoro i maggiordomi, il mio più grande rammarico è di non avere mai avuto un maggiordomo che mi chiamasse “signorino”. Oscar Wilde vedeva il Papa come il maggiordomo di Dio. In un certo senso anche il re è un maggiordomo, un maggiordomo regale, sono sicuro che Carlo III si metterà al servizio dei suoi sudditi-cittadini, ridurrà le spese di tutto l’apparato monarchico, continuerà a fare beneficenza (che è una disposizione naturale a fare del bene, non dimentichiamolo), si occuperà di preservare la Natura che a lui è tanto cara, ogni tanto prenderà un bus per spostarsi come ogni comune “immortale”, non è più tempo di carrozze, manterrà le tradizioni ma con lo sguardo rivolto al futuro, e forse un giorno farà anche uno spot per i Tampax, chi può dirlo? Le vie della regalità moderna sono infinite. La sorridente Camilla sarà sempre al suo fianco, ormai senza più bisogno dei Tampax, sic transit gloria mundi. Lunga vita al re e alla regina!

“Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco anche della vita” scriveva Samuel Johnson, “perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire”, e diceva anche l’arguto saggista “Un secondo matrimonio è il trionfo della speranza sull’esperienza”. Carlo III incarna la speranza e il futuro. Noi non ci stancheremo mai di Carlo e Camilla, continueremo a seguirli attraverso i tabloid e le loro visite di rappresentanza, sogneremo le loro effusioni amorose, così da dimenticare per brevi momenti la nostra vita tragicamente “non windsoriana”. Dicamolo francamente: senza sfarzo e gioielli la vita è solo una danza macabra!

Un momento, ora che ci penso, non sono stato invitato al concerto che si terrà il giorno dopo l’incoronazione al castello di Windsor! Sarà un concerto favoloso, ci saranno grandi personalità della musica, della danza, del cinema e del teatro, possibile che si siano dimenticati di me? Possibile che Carlo III non sia un lettore de ilfattoquotidiano.it? Scriverò una lettera di rimostranze! Sai che c’è? Mi sono offeso. Non seguirò la cerimonia di incoronazione! Oppure guarderò la cerimonia di incoronazione con gli occhi di David Lynch, un regista statunitense ma dall’aspetto molto british, Lynch farebbe un lento movimento di macchina verso la corona, per poi andare a fare un macro sotto la corona, inquadrando la forfora di Carlo III, sì, sarebbe la mia vendetta al mancato invito. Sarebbe tutto più delirante, quindi più divertente, molto di più di una noiosissima cerimonia regal-mummificata.

Il mio lato anarchico alla fine è saltato fuori, ed è per questo che vi lascio con queste parole “Ricorda, figlio mio, la felicità dei giochi…non tenerla tutta per te… Cerca di comprendere con umiltà il prossimo, aiuta il debole, aiuta quelli che piangono, aiuta il perseguitato, l’oppresso: loro sono i tuoi migliori amici”. Sono convinto che queste parole di Nicola Sacco le approverebbe anche Carlo III, finalmente incoronato, come si dice? Meglio tardi che mai.

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