Il gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) al Parlamento europeo ipotizza di cambiare nome, tornando alla vecchia dicitura “Partito del socialismo europeo” (Pse) usata prima dell’ingresso del Pd. La proposta, si apprende da una nota interna, è parte “di uno sforzo avviato dalla presidente (la spagnola Iratxe Garcia Perez, ndr) per rendere più semplice e chiara l’identità del partito in vista delle elezioni europee del 2024″ ed è al vaglio delle delegazioni nazionali: la consultazione dovrà concludersi entro il 12 maggio. Il nome era stato cambiato in occasione dell’ingresso degli eurodeputati italiani (la seconda rappresentanza nazionale dopo il Psoe spagolo, alla pari con l’Spd tedesco), che inizialmente erano parte del gruppo all’Eurocamera ma non del Partito socialista europeo. “Con l’ingresso del Pd nel Pse (risalente al 2014, ndr) l’utilizzo di una dicitura diversa per il gruppo rispetto al partito non è più necessaria” spiegano fonti vicine alla presidenza del gruppo, che sottolineano però come la decisione spetti alle sensibilità delle delegazioni.

E dal Nazareno sono già molte le voci contrarie. In primis quella del capodelegazione Brando Benifei: “Da parte nostra ci sarà il supporto per il mantenimento dell’attuale denominazione di Alleanza progressista dei Socialisti e democratici, che rappresenta per noi un valore e una storia che inizia quando la nostra delegazione italiana era guidata da David Sassoli“, scrive in una nota. Anche per Debora Serracchiani “l’alternativa alle destre si costruisce con uno spirito inclusivo, puntando ad estendere il campo dei progressisti e riformisti non tornando dietro nella storia e nelle identità”. La pensa al contrario l’ex ministro Andrea Orlando: “La denominazione “Socialisti e democratici” fu concepita quando il Pd, pur non aderendo al Pse, intendeva far parte del gruppo parlamentare a Strasburgo. Successivamente il Pd ha aderito al Pse. Oggi, quindi, il gruppo si può tornare a chiamare socialista. Dov’è il problema?”, twitta. Dal partito le agenzie battono una velina secondo cui “il cambiamento del nome del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo non è mai stato in discussione: le indiscrezioni giornalistiche sul presunto sostegno di Elly Schlein a questa ipotesi sono del tutto destituite di fondamento”.

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