Il monologo di 3 minuti e 34 secondi di Giorgia Meloni dai corridoi stuccati di Palazzo Chigi al posto della conferenza stampa attesa dopo il cdm del Primo maggio? “Per le lamentele dei sindacati e per rispetto ai giornali chiusi“. A fornire la surreale spiegazione, in una breve intervista dalla Stampa, è Tommaso Longobardi, capo della comunicazione social della premier. Il giovane social media strategist, secondo cui l’obiettivo del video era non perdere “l’originalità e la spontaneità trasmesse da Giorgia”, sostiene quindi che evitare le domande sia stato in qualche modo un favore ai giornalisti della carta stampata, che nel giorno della festa dei lavoratori non sono in servizio. Ma la scusa non sta in piedi per diversi motivi.

I cronisti si erano in realtà preparati all’ipotesi che l’incontro con la premier ci fosse, perché lei stessa durante la trasferta a Londra aveva promesso che sul decreto Lavoro avrebbe “spiegato tutto lunedì”. Tanto nel piazzale davanti a Chigi c’erano molti colleghi in attesa quando la responsabile del Lavoro Marina Calderone si è fermata per rispondere a qualche domanda. Peraltro ovviamente nei siti dei quotidiani si lavora su turni anche nei festivi, per cui il problema non si sarebbe posto. Al massimo, se davvero la presidente del Consiglio fosse stata preoccupata di garantire la presenza dei colleghi dei giornali “di carta”, sarebbe stato sufficiente rinviare la conferenza stampa alla mattina dopo. Soluzione che avrebbe anche risolto il problema della sovrapposizione con il Concertone, effettivamente sollevato dal leader della Cisl Pier Paolo Bombardieri.

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