“Quello che trovo inaccettabile è la menzogna, soprattutto quando si dice una bugia sapendo di mentire. Quello del governo Meloni non è un taglio del cuneo fiscale, ma un bonus. E anche voi giornalisti siete caduti nella trappola”. Così il capogruppo Pd alla Camera, Francesco Boccia, rivolgendosi a Tiziana Panella nel corso di Tagadà (La7), critica duramente il Decreto lavoro del governo Meloni, spiegando: “Questo è un bonus per 5 mesi e non è diverso dai bonus dati dal governo Draghi. Anzi, vale di meno, perché la somma dei due bonus del governo Draghi equivaleva a 350 euro. Qui siamo a 250 euro che, diviso per 5, siccome la matematica non è stata ancora oggetto di revisione da parte dei miei avversari, fa 50. Quindi, sono circa 50 euro al mese in busta paga da luglio a novembre“.

Boccia aggiunge: “Il padre di tutti i bonus sono gli 80 euro e io ero tra quelli che non ha mai sostenuto gli 80 euro, perché ero per renderli strutturali come cuneo contributivo e continuo a pensarla così. Il tema è smetterla di fare propaganda su un tema così delicato come il lavoro. Tra l’altro, c’è una quota parte che è nascosta in questo decreto e che quei soldi non se li ritroverà in tasca – continua – Sono quelli che perdono il diritto al reddito di cittadinanza e quelli che si ritrovano a essere pagati con più voucher. Al datore di lavoro infatti conviene di più ricorrere ai voucher o rinnovare un contratto a tempo determinato cambiando la causale, anziché fare un nuovo contratto a tempo indeterminato”.

Insorge il giornalista di Libero, Sandro Iacometti: “Ma siete stati voi del Pd a eliminare nel 2014 le causali col Jobs Act“.
Boccia ribatte: “Sono uno di quei pochi che non ha votato il Jobs Act“.
“E vabbè, ma faceva parte di quel partito – risponde il giornalista – Se lei faceva parte dell’opposizione del Pd, io che posso farci? Non era per gli 80 euro, non era per il Jobs Act… “.
“Eh, guarda un po’ – replica il deputato dem con una frecciata a Matteo Renzi – Sul passato io ho fatto i conti con la mia parte politica. C’è chi pensava di aver ragione e invece la storia gli ha dato torto“.

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