Finora avevamo visto tirate in ballo ulivi, querce, asinelli, garofani, rose, stelle alpine, margherite. Il partito comunista di Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer, ora grazie a Elena Ethel Schlein ci porta nella modernità; nell’epoca dell’armocromia.

Evviva, una rivoluzione c’è, almeno. Un cambiamento esiste. Grazie a Schlein ora anche l’operaio della Fiat, il metalmeccanico (sempre che sia ancora iscritto al Pd), il maestro, il contadino che ogni giorno va a zappare la terra sa cos’è l’armocromia. Son sincero: la mia immensa ignoranza prima che quella parola venisse nominata dalla segretaria del Partito Democratico non la conoscevo nemmeno.

Schlein, invece, in un’intervista a Vogue alla domanda “Passando a un argomento più frivolo – ma forse non troppo visto che è parte importante della comunicazione, anche di quella politica – tu credi nel cosiddetto “power dressing”?”, risponde: “Allora, se sapessi che cos’è, ti potrei rispondere! Scherzi a parte, le mie scelte di abbigliamento dipendono sicuramente dalla situazione in cui mi trovo. A volte sono anticonvenzionale, altre volte più formale. In generale dico sì ai colori e ai consigli di un’armocromista, Enrica Chicchio”.

E’ la prima grande rivoluzione: finalmente non c’è più un uomo alla guida del partito, ma una donna che ci tiene a come vestirsi, ai colori da indossare. Basta con le cravatte rosse di Veltroni, ai maglioncini di Fassino, ai gessati di Franceschini, ora c’è Schlein che ha un’armocromista, a quanto pare pagata per consigliarle se indossare una camicia colorata o una bianca, i jeans o il pantalone.

Nella serata del 28 aprile Schlein, giustamente a margine di un comizio a Sestri Levante, ha detto: “Non credo che il mio look sia uno dei problemi del Paese. Sono colpita di vedere tutti appassionarsi a questioni di colore” . Ha ragione la segretaria, un’altra volta. Agli italiani non frega nulla di cosa porti la numero uno del Pd, può andare in giro anche in mutande per quanto mi riguarda. La questione è un’altra e mi stupisco che sfugga a una persona come lei. Mentre dall’intervista con Vogue sembra che Schlein abbia come molti di noi qualche amico che la consiglia, Enrica Chicchio – che si definisce personal shopper – a Open ha detto: “In genere chiedo 140 euro all’ora più Iva, per il lavoro sui colori; sullo shopping si arriva invece a 300 e per il guardaroba dipende. Con Elly ho un forfait”.

Allora la domanda – che ho posto, senza avere risposta, al portavoce di Elly Schlein: quanto spende la segretaria del Pd per la personal shopper? Agli italiani interessa sapere che la protagonista del cambiamento, la paladina dei diritti, la santa Sincletica laica italiana, adopera i nostri soldi per scegliere come vestirsi. E così anche stavolta il sogno è svanito grazie alla vanità del potere!

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