Era l’unica voce che mancava, quella dei creatori materiali della campagna ‘Italia, open to meraviglia’. Ed è arrivata, a distanza di cinque giorni dall’inizio delle polemiche causate dalla sequela di errori scoperti da giornali e debunker. Come? Con una pagina comprata sul Corriere della Sera, in cui l’agenzia Armando Testa ha replicato alle critiche ricevute per la campagna curata per l’Enit con l’obiettivo di promuovere il turismo in Italia. ‘La Armando Testa ringrazia – si legge nel messaggio firmato dall’agenzia – Quando una campagna di promozione turistica rompe il muro dell’indifferenza e riesce a dar vita ad un dibattito culturale così vivace come quello acceso in soli 5 giorni da ‘Italia. Open to Meraviglia’, rappresenta sempre qualcosa di positivo. Grazie perché non accadeva da anni – si legge ancora – che la notizia di una campagna istituzionale suscitasse una eco di tale portata. Quando poi si tratta di una campagna solo presentata ma non ancora uscita probabilmente di una portata unica. Grazie per le migliaia di visualizzazioni, commenti, meme e per le appassionate discussioni di questi ultimi giorni – aggiunge l’Agenzia guidata da Marco Testa – Ci hanno fatto sentire davvero la più grande agenzia italiana, con un immenso reparto creativo di milioni di persone al lavoro sullo stesso concetto”.

Nel prosieguo del messaggio, poi, la Armando Testa, non senza polemica, ha voluto precisare alcuni aspetti, sempre con la tecnica del ringraziamento, in questo caso strumentale: “Grazie anche a tutti coloro che hanno immaginato che il video destinato alla presentazione del progetto, e dunque realizzato con materiale di repertorio, fosse già lo spot ufficiale della campagna – si legge ancora – Grazie a chi ci ha fatto sentire milionari! Ma i 9 milioni di euro dell’investimento previsto da Enit – è l’altra precisazione della società – sono destinati alla pianificazione media in tutti i principali mercati: Europa, Paesi del Golfo, Usa, Centro e Sud America, Cina, India, Sud Est Asiatico e Australi”. In conclusione, finalmente, qualche cenno al quid della campagna incriminata: “L’obiettivo è quello di promuovere l’Italia all’estero, puntando su un target proveniente da 33 Paesi. Anche e soprattutto su mercati culturalmente molto diversi dal nostro, accendendo l’attenzione in modo facile, diretto e immediatamente riconoscibile su ciò che tradizionalmente contraddistingue l’Italia nel mondo. Parlare dell’Italia – si legge ancora nel messaggio – significa tener conto di tantissime sensibilità e sfumature. Un capitale culturale e umano così unico e prezioso che spinge tutti a lavorare, ed anche a dibattere, con una straordinaria passione. La Armando Testa ringrazia, e Venere con noi. Erano più di 500 anni che non si parlava di lei così tanto. Se non è meraviglia questa”.

Non la pensa così Forza Italia, che è al governo con Fratelli d’Italia, partito da cui proviene Daniela Santanchè, a cui è indirizzata l’interrogazione parlamentare firmata dai berlusconiani. L’obiettivo dell’iniziativa è sapere “quali iniziative intenda assumere la ministra del Turismo per rimediare a questo gravissimo danno di immagine e se gli errori segnalati nel frattempo siano stati almeno corretti”. A presentare l’interrogazione oggi a Palazzo Madama è stato il capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia del Senato, Pierantonio Zanettin, dopo aver denunciato già ieri gli “inaccettabili” errori contenuti nella campagna. “Premesso che diversi quotidiani oggi in edicola segnalano dei grossolani errori contenuti nel portale Open to Meraviglia-Italia.it, che dovrebbe costituire uno dei biglietti da visita on line del nostro Paese”, Zanettin da par sua ha continuato segnalando altri strafalcioni riguardo la città di Vicenza e la Regione Veneto, di cui è originario.

“Si dice che il Teatro Olimpico di Vicenza si affaccia su Piazza del Signori, quando invece si affaccia su Piazza Matteotti – ha fatto notare il senatore azzurro – Riguardo allo stesso teatro si afferma che il Palladio “riuscì a completarlo prima della sua morte”, ma la storia ci dice che non fu così. Nel testo è evidentemente saltato un “non”. Si dice, altresì, che Palladio, progettando la celebre Basilica, sarebbe intervenuto sul preesistente Palazzo della Regione, quando con tutta evidenza all’epoca non esistevano le Regioni, ed in realtà si trattava del Palazzo dalla ‘Ragione‘, perché al suo interno vi veniva esercitata la “ratio”, in quanto si prendevano le decisioni, soprattutto giudiziarie”. “L’immagine della Loggia Valmarana – si legge ancora nell’interrogazione parlamentare – sita a Vicenza, nel Giardino Salvi, (ribattezzato per l’occasione “Giardini Salvi”) viene confusa ed associata alle ville del basso vicentino. Tra i luoghi vicentini di interesse spunta Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso. In provincia di Belluno, il celebre Lago di Misurina, viene ribattezzato Lago di Misurata“.

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