Isolata, tenuta a digiuno due giorni dai familiari che le avrebbero dato da bere del latte dal sapore cattivo che l’ha fatta addormentare e poi risvegliare con un gran mal di testa. La denuncia è di una ragazza indiana di 19 anni che è riuscita a scappare da casa dopo aver rifiutato un matrimonio forzato. Secondo la testimonianza della giovane, il padre l’ha picchiata dopo aver scoperto che si era innamorata di un giovane connazionale: si è seduto davanti a lei dandole dei calci e l’ha minacciata di tagliarle la gola. È stata la ragazza a raccontare quanto subito agli insegnanti e il 13 aprile scorso la scuola, un istituto superiore del Bolognese, ha segnalato i fatti alla polizia.

La prima segnalazione alla polizia è quindi stata fatta dalla scuola, mentre successivamente la ragazza è stata sentita e ha formalizzato la sua denuncia per maltrattamenti e costrizione al matrimonio. Ieri è tornata in commissariato. Nella notte è stata affidata e ospitata dalla preside, mentre ora la Questura di Bologna (territorio dove è presente la scuola frequentata dalla ragazza, che invece risiede nel Modenese) si è attivata per la collocazione in una struttura protetta. La scuola si è mossa a fine marzo dopo che una parente della giovane telefonò dicendo che la ragazza non stava bene e che aveva perso il cellulare. Ma il giorno dopo la ragazza raccontò a un insegnante che non aveva avuto malattie, che il telefono le era stato tolto e mostrò i segni sul collo, che le sarebbero stati fatti dal padre dopo la scoperta della relazione con un ragazzo che, a suo dire, non avrebbe potuto avvicinare perché già promessa sposa. La giovane ha riferito anche di essersi svegliata, dopo aver bevuto il latte cattivo, e di aver trovato i suoi vestiti impacchettati. La scuola ha attivato anche le operatrici di un centro antiviolenza, a cui la ragazza ha ribadito i racconti.

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