Valentino Rossi si prepara alla 24 ore di Le Mans, probabilmente la sua ultima gara con il team WRT e la sua ultima sfida sportiva. Il Dottore ha parlato con La Stampa della sua carriera nella MotoGp e di cosa vede nell’immediato futuro: “È una grande soddisfazione, vuol dire che ho fatto qualcosa di speciale e che va oltre all’essere un pilota. Ancora oggi la gente mi chiede quando tornerò a correre in moto. E ci rimangono male se dico loro che ho quasi 50 anni. Allora rispondo che lo farò il prossimo anno. È un bell’impegno da gestire. Ma ho capito che non cambierà mai, nemmeno quando smetterò di correre”.

Valentino spera che la gara di Le Mans, in programma sabato 10 giugno 2023, non sia l’ultima: “Non mi piace definirla così, spero di no (ride). Ho sempre avuto in mente di correre in macchina dopo le moto. Ora bisogna capire dove potrò arrivare, quello che mi frega è che sono vecchio (ride). È una bella sfida, il team WRT per cui corro mi ricorda una squadra di MotoGp e Bmw crede nel mio progetto. Farò un test con l’Hypercar. Dobbiamo solo decidere quando e dove”.

“La mia è stata una delle ultime generazioni che si ritrovava al bar, andava in giro con i motorini truccati, faceva le macchinate per andare al cinema, c’erano le compagnie. Dopo cena, uscivi di casa e andavi al punto di ritrovo, senza chiamare nessuno. È una grande perdita, è cambiato tutto e mi ritengo fortunato”. I social, secondo il nove volte campione del mondo, hanno segnato uno spartiacque rispetto alla sua generazione e la libertà d’espressione non è più la stessa: “Qualsiasi cosa dici rimbalza su 300 siti e ti porti dietro le conseguenze per almeno due settimane. Fai un’intervista di mezz’ora e poi si cerca il titolone per fare click, questo dà fastidio. Cosa succede? C’è un finto politically correct tra gli sportivi, sono tutti amici, si abbracciano. È bello? A me piaceva di più prima, quando si diceva quello che si pensava”.