Giancarlo Cancelleri trasloca in Forza Italia. L’ex viceministro e sottosegretario alle Infrastrutture del Movimento 5 stelle, per anni frontman grillino in Sicilia, già capogruppo all’Assemblea siciliana e due volte candidato alla presidenza della Regione, sabato mattina si è presentato alla convention del partito di Silvio Berlusconi a Palermo, al teatro Politeama. Abito blu e cravatta chiara, si è simbolicamente seduto in seconda fila, subito dietro al governatore Renato Schifani, imputato per violazione del segreto d’ufficio nel processo Montante e già in rapporti – giudiziariamente accertati – con personaggi vicini a Cosa nostra. Ed è stato proprio Schifani, intervenendo dal palco, a ufficializzare l’adesione: “Forza Italia è un partito aperto, accolgo con piacere Giancarlo Cancelleri. È stato un avversario di Musumeci (l’ex governatore di centrodestra, ora ministro nel governo Meloni, ndr), ma l’ha fatto con stile. Nel suo ruolo di viceministro e sottosegretario ha dimostrato di fare gli interessi della Sicilia“. La platea ha accolto l’annuncio con un applauso: lui si è alzato in piedi, salutando e ringraziando, e ha applaudito a sua volta il discorso del presidente. Poco dopo, in videocollegamento, è arrivato anche il benvenuto del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “C’è anche un nuovo amico in sala, Giancarlo Cancelleri, che saluto”. Al termine dell’evento, l’ex M5s è stato chiamato sul palco dal gotha siciliano del partito azzurro per una foto di gruppo, tra sorrisi, pacche sulle spalle e abbracci.

Cancelleri dice di non sentirsi un traditore, nonostante il salto improvviso nel partito in assoluto più distante da quello in cui militava fino a ieri: “Probabilmente in passato ho fatto delle valutazioni errate, ho cambiato idea. Chi non cambia mai idea non cambia mai nulla. Oggi mi rendo conto che c’è una famiglia di valori che mi può accogliere: nonostante io abbia espresso parole dure anche nei confronti di Schifani, durante la campagna elettorale per le Regionali, lui ha voluto andare oltre, tributandomi un gesto di affetto e di stima. Io apprezzo queste cose. Non ho tradito nessuno“, giura, “non ho elettori in questo momento perché non ho incarichi. Il voto ha un debito che dura cinque anni e io li ho espletati per due volte. Oggi sono libero di fare le mie scelte. Non sono candidato e non ho alcun ruolo istituzionale. In Forza Italia non porto nulla e il partito non mi sta dando nulla”. E dice che nella decisione hanno pesato “per l’80%” le “interlocuzioni private” avute con Schifani: “Mi sono sentito apprezzato per il lavoro che ho fatto, pur non essendo esponente del suo partito. Schifani ha riconosciuto i sacrifici e gli sforzi che ho fatto”.

Cancelleri aveva annunciato l’addio al Movimento appena quattro giorni prima, il 18 aprile, con un’intervista al sito Qds.it: “Oggi il Movimento è distrutto e non ha più consensi. Quello in cui ero io era un gruppo capace di fare attivismo nel territorio”, ha detto. Il casus belli è stato il rifiuto di Giuseppe Conte di appoggiare la sua candidatura a sindaco di Catania con una lista civica, uno stratagemma che avrebbe aggirato la regola dei due mandati. Quella stessa regola – a cui Conte non ha mai accettato deroghe – la scorsa estate aveva già sbarrato a Cancelleri la terza corsa consecutiva al vertice di palazzo d’Orléans. Nei giorni scorsi il sindaco di Messina Cateno De Luca aveva raccontato il tentativo dell’ex viceministro di unirsi al suo partito, Sud chiama Nord. Fallita la prima scelta, i rumors su un’adesione dell’ex grillino a Forza Italia si sono fatti sempre più insistenti: “C’è un ragionamento in corso“, aveva ammesso lui al fattoquotidiano.it. A mediare è stato il deputato dell’Ars Nicola D’Agostino. La comparsa al Politeama è stata il segno che i giochi erano fatti, nonostante le resistenze interne al partito: sono in molti, infatti, a non gradire un cambio di casacca così sfacciato. In sala c’era anche Bobo Craxi: “Non è il primo e non sarà l’ultimo”, ha risposto gelido a chi gli chiedeva della scelta di Cancelleri.

Tra gli ex compagni di militanza, le parole più dure le usa Alessandro Di Battista: “Che parabola indegna. Io mi vergognerei come un ladro al suo posto. Ma evidentemente c’è chi la vergogna proprio non la conosce, come ormai non conosce la vita al di fuori dei palazzi. Gente che ha perso la testa al primo “onorevole” ascoltato. Gente che ha perso il contatto con la realtà alla prima tartina offerta. Che preferisce la promessa di una poltrona alla dignità personale e che ora è costretta pure a ridere alle battute di Schifani per tentare di accreditarsi un po’”, scrive su Facebook. Cancelleri ostenta indifferenza: “Ad Alessandro piace fare i post su Facebook… gli mando un grande saluto. Per me rimane una persona e un amico a cui voglio bene. È libero di scrivere quello che vuole, a me non frega assolutamente niente, come non mi frega dei tanti che in queste ore stanno scrivendo”. E profetizza altri addii al Movimento di Conte: “All’Ars e al Parlamento nazionale probabilmente qualcuno dei miei ex compagni, visto il limite dei due mandati, potrebbe pensare se fare la mia stessa scelta“.

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