Commedia miracolosa Perfetti sconosciuti, non miracolata, intendiamoci. Dall’uscita cinematografica, nel 2016, sono passati solo sette anni, nei quali oltre ai tanti premi una consacrazione ancor più eloquente, da record: ben 25 remake prodotti per rispettivi paesi, in 4 continenti. Una filmografia a sé, e mancano ancora gli Usa, ma giusto per il caso Harvey Weinstein, che bloccò il progetto del quale lo stesso produttore aveva acquisito i diritti precedentemente allo scandalo sessuale che lo investì nel 2017.

In questi sette anni Paolo Genovese ha diretto altri tre film per il cinema, due dei quali tratti da suoi romanzi pubblicati sempre nello stesso settennato, ma nel frattempo Perfetti sconosciuti è diventato un classico e lo scambio dei telefonini, il suo plot, è entrato nell’immaginario collettivo, riuscendo anche ad acciuffare sempre il suo bravo 10% di share nei passaggi televisivi su Mediaset (la naturale dimensione catodica per un figlio prediletto di Medusa Film). Il testo è stato capace di mettere insieme sette personaggi ben calibrati in una trama narrativa perfetta, che racchiude facendoli saltare al momento giusto come pop-corn diversi temi: amicizia, coming out, tradimenti, segreti familiari, rapporto tra genitori e figli, vita digitale.

Vibrava sette anni fa e anche sul palcoscenico Perfetti sconosciuti continua a far ridere e tremare perché ci parla delle nostre debolezze e di certi vetri della vita. Infranti, rattoppati o invisibili. A guardare sette attori sul palco dare un nuovo volto al testo sembra quasi che questo 2023 lo abbia reso un piccolo erede millenial di Pirandello. Sì, perché dal 12 aprile la sceneggiatura è diventata piéce teatrale, alla guida sempre il regista romano che per la prima volta ha diretto uno spettacolo dal vivo. Per l’occasione un cast completamente rinnovato. Al posto dei padroni di casa Kasia Smutniak e Marco Giallini Valeria Solarino e Paolo Calabresi; Anna Foglietta e Valerio Mastandrea lasciano i loro ruoli di coppia in crisi a Anna Ferzetti e Dino Abbrescia; gli sposini del film di Alba Rorhwacher e Edoardo Leo ora vengono impersonati da Alice Bertini e Marco Bonini; mentre il single di Giuseppe Battiston passa a Massimo De Lorenzo.

Il film era impostato su un serrato scambio di dialoghi intorno a una tavola imbandita, in un bell’appartamento con un ampio terrazzo. Un gioco d’interni che ricorda per i movimenti i classici Woody Allen e il dramma teatrale francese Il dio del massacro di Yasmina Reza (testo conosciuto al cinema come Carnage di Roman Polanski). Il palco, la vera nuova esperienza per Genovese, apre al pubblico il gruppo dei sette amici protagonisti grazie a uno spazio living di sofà e poltrone allineati con il boccascena dove si svolge il cuore della vicenda. Se da una parte l’impianto scenico teatrale ci pone al di là di una quarta parete rispetto a un film che ci rendeva complici ravvicinati e testimoni scomodi di menzogne e colpi di scena, adesso ci permette un rapporto empatico vis à vis con i personaggi e con tutti gli attori contemporaneamente con il risultato di una reciproca presenza totalizzante. Allora il gioco di complicità tra attori e pubblico nei tempi delle reazioni alle battute di De Lorenzo, Ferzetti e Bonini, ad esempio, si dipana alle risate e agli applausi rendendo la drammaturgia elastica, viva, organica. Non più soltanto film a senso unico, ma semplicemente teatro.

Dopo alcune anteprime marchigiane con tanto di seflie finali con il pubblico, la piéce sarà all’Ambra Jovinelli di Roma fino al 23 aprile. Mentre dal 26 fino al 7 maggio si sposta a Napoli, e dal 9 all’11 a Messina, per passare poi a Catania dal 13 al 21 maggio. Compendio morale sulle coppie 2.0 investite dalla rivoluzionaria emotività digitale, Perfetti sconosciuti snocciola anche sul palco le sue chicche cinematografiche, ricordandoci l’importanza del “saper disinnescare” i conflitti. Ma non ferma la riflessione amara per la quale “bisogna imparare a lasciarsi nella vita”. E infine pone con lucidità di fronte a una responsabilità imprescindibile nella coppia: “se ami qualcuno devi proteggerlo”.

Il nuovo cast fa scintille, spiccano soprattutto Ferzetti, De Lorenzo e Abbrescia per il loro tris di levità nell’affrontare crisi e conflitti dei loro ruoli. Attrici e attori, a differenza dei tempi spezzettati di un set, tutti sottoposti a una grande prova, anche fisicamente estenuante, e mostrano talenti assortiti e muscolari perché sempre tutti contemporaneamente in scena in un atto unico vorticoso. Quasi come un reality compresso in uno spettacolo di neanche due ore.

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