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Russia, le “istruzioni” per le presidenziali 2024: il 75% dei voti a Putin. Il Cremlino teme i patrioti delusi e chi è contro la guerra

Manca poco meno di un anno alle prossime elezioni presidenziali in Russia, previste per il 17 marzo 2024, e il Cremlino ha già iniziato a prepararsi. Così, alla fine del mese scorso, i funzionari dell’amministrazione presidenziale hanno tenuto per i vice governatori un seminario sulla politica interna per discutere la “formula” delle elezioni. Come hanno riferito fonti del quotidiano economico russo RBK, un’affluenza alle urne del 70% con il 75% dei voti per il “candidato delle autorità” è stata indicata come linea guida. Si intende che il candidato sarà naturalmente Vladimir Putin.

Gli emendamenti alla Costituzione russa, adottati frettolosamente nel 2020 attraverso uno schema controverso e immediatamente soprannominati “l’azzeramento di Putin“, gli hanno dato l’opportunità di candidarsi per un nuovo, già quinto mandato presidenziale. Lo stesso Putin non ha ancora annunciato i suoi piani per candidarsi nel 2024, ma nessuno li mette in dubbio: né gli analisti politici indipendenti né il Cremlino, dove definiscono la partecipazione dell’attuale presidente lo “scenario di base”.

Secondo RBK, le autorità prevedono di tenere le elezioni in tempo, senza lasciare dubbi sulla loro legittimità e cercando di convincere tutti i gruppi della popolazione, soprattutto i giovani, a votare per Putin. “Si è detto che bisogna dimostrare numeri più alti rispetto all’ultima volta”, racconta uno degli interlocutori del quotidiano. L’ultima volta è stata nel 2018, quando ai vice governatori è stato affidato il compito di garantire sia l’affluenza alle urne sia il risultato del 70% di voti a favore dello ‘zar’. Secondo i dati ufficiali, l’affluenza ha raggiunto il 67,5% e Putin ha ricevuto quasi il 77% dei voti, anche se osservatori e analisti indipendenti ritengono che gli siano stati illegalmente attribuiti milioni di preferenze.

Addirittura il fondo statale per l’Opinione Pubblica, che nel 2015 aveva registrato un consenso elettorale record per Putin (76%), a inizio 2020 riportava che questa cifra era scesa al 45%. Secondo il centro di statistiche indipendente Levada, nel 2018 il consenso elettorale del presidente era del 57% ma nel novembre 2021, qualche mese prima dell’inizio della guerra, non superava il 32%. In quattro anni lo slancio dei russi a votare per Putin si è quasi dimezzato, a un livello che non si registrava più da dopo l’annessione della Crimea.

Vista la situazione, per le presidenziali 2024 il Cremlino sta seriamente valutando il voto di protesta. Secondo fonti nell’amministrazione del presidente di Verstka, media d’opposizione russa, le autorità hanno paura dei cosiddetti “patrioti arrabbiati” e “occidentalisti”, il cui potenziale di protesta totale arriva fino al 35%. Gli “occidentalisti” sarebbero i sostenitori del liberalismo e dei valori occidentali che sono insoddisfatti dello stato delle cose in Russia e non sostengono la guerra. Costituiscono il 10-12% dell’elettorato, ma il loro numero potrebbe aumentare fino al 15-20%. Secondo le autorità, questo gruppo è composto da intellettuali, uomini d’affari, manager aziendali, specialisti IT e studenti. Si tratta principalmente di residenti di Mosca e San Pietroburgo di età inferiore ai 35 anni che hanno un’istruzione superiore e non guardano la TV. La strategia del Cremlino è quindi quella di “demotivarli” e distrarli dalla partecipazione alle elezioni del presidente.

Tuttavia, la “minaccia numero uno” che comporta i principali rischi di proteste alla vigilia delle elezioni, sono i “patrioti delusi“: persone insoddisfatte della riluttanza di Putin, convinte che sia necessario smantellare l’Ucraina e trasferire l’economia russa su “binari militari”. Il Cremlino stima che costituiscano il 4% della popolazione, ma la popolarità di queste posizioni sta prendendo piede e il numero di queste persone potrebbe potenzialmente salire al 15%. Questo gruppo pare includa pensionati militari, “patrioti” attivi online e forze dell’ordine, generalmente uomini di età superiore ai 35 anni. Si tratta di residenti di villaggi e grandi città scarsamente istruiti, che si informano tramite internet e tv. Verranno persuasi a votare per Putin, o almeno per un candidato del partito Ldpr, completamente controllato dalle autorità.

Il rappresentante forse più famoso dei “patrioti arrabbiati” russi, l’ex colonnello dell’FSB ed ex ministro della Difesa della Repubblica Popolare di Doneck Igor Strelkov, ha reagito così alla pubblicazione del Verstka: “Ho capito bene che l’amministrazione del presidente ha deciso di trascinare la guerra nella cosiddetta “Ucraina” almeno fino alle prossime elezioni, cioè fino all’autunno del 2024? Se è così, come possono pensare che tra un anno e mezzo la popolazione sarà ancora pronta a votare il presidente in carica?”.